“Congeda la folla” “Lasciali andare” (Matteo 14:15, Marco 6:36)
Il Signore Gesù aveva mandato i dodici discepoli per predicare l’Evangelo e guarire i malati. Ed essi, al loro ritorno, si riuniscono attorno a Lui e gli riferiscono tutto quello che hanno fatto e insegnato. Che gioia ritrovarsi intorno al Maestro, e accogliere il suo invito di ritirarsi “in un luogo solitario” per riposarsi un po’! Ma ecco che, arrivati nel luogo previsto, trovano una gran folla, così il Signore, mosso a compassione, si mette ad insegnare. Le ore passano e i discepoli ne hanno abbastanza; vanno dal Signore Gesù e gli dicono: “Il luogo è deserto e l’ora è già passata; congeda la folla, affinché possa andare nei villaggi a comprarsi da mangiare”. E che delusione quando il Signore risponde: “Date loro voi da mangiare” (Matteo 14:15-16).
Che differenza fra il cuore del Maestro e quello dei discepoli! Il Signore pensa ai bisogni delle folle “stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore” (Matteo 9:36) e invita i discepoli a pregare che il Signore della messe mandi degli operai nella sua messe... Ma loro avrebbero preferito restare tranquillamente attorno al Maestro e intrattenersi con Lui nella tranquillità. Il loro unico pensiero è di mandare via la folla perché possa comprarsi dei viveri. No, “non hanno bisogno di andarsene”, dice Gesù.
I discepoli fanno, nell’ambito delle cose materiali, la stessa esperienza che tanti credenti dopo di loro faranno nell’ambito spirituale: avendo pochissimo da dare come nutrimento alle anime, se quel poco lo portano al Signore con fiducia, Lui può moltiplicare le loro scarse risorse e soddisfare chi ha dei bisogni.
“Mandala via, perché ci grida dietro” (Matteo 15:23)
Di fronte alla continua opposizione dei farisei, il Signore si era ritirato “nel territorio di Tiro e di Sidone”. Per strada, una donna cananea lo supplica di aver pietà di sua figlia, crudelmente tormentata da un demonio. Gesù non le risponde. Ella insiste, grida. I discepoli sono molto infastiditi da quell’insistenza e pregano il Signore di mandarla via. Gesù non li ascolta e risponde alla donna, che rimane piuttosto perplessa, forse ferita.
Quella donna era cananea, idolatra, estranea alle promesse e ai patti dei figli d’Israele. Senza dubbio il Signore era stato mandato in primo luogo “alle pecore perdute della casa d'Israele” e non era bene “prendere il pane dei figli per buttarlo ai cagnolini”. Ma la donna accetta umilmente questa posizione spregevole: “Sì, Signore, eppure anche i cagnolini mangiano delle brìciole che cadono dalla tavola dei loro padroni” (Matteo 15:23). In risposta a questa grande fede, la sua figlia è guarita.
Per i discepoli, quella donna non avrebbe dovuto gridare dietro al Signore per ricevere il suo aiuto e godere della sua potenza. Avrebbe dovuto solo mandarla via! Ma il Signore della gloria non era sceso sulla terra per rimandare a mani vuote quelli che venivano a Lui; e sottolineando che era venuto in primo luogo per Israele, ha dato prova che la sua grazia si sarebbe estesa anche alle nazioni, come aveva annunciato il profeta: “È troppo poco che tu sia mio servo per rialzare le tribù di Giacobbe… voglio fare di te la luce delle nazioni, lo strumento della mia salvezza fino alle estremità della terra” (Isaia 49:6).
“Allora gli furono presentati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano” (Matteo 19:13)
Il Signore Gesù aveva accolto le folle, aveva insegnato e guarito i malati; aveva detto: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo” (Matteo 11:28). Ma vedere il loro Maestro che si occupa anche dei piccoli bambini, imponendo loro le mani e pregando, per i discepoli è troppo. Doveva occuparsi anche di quei piccoli? Non aveva già abbastanza da fare con gli adulti? Così sgridano quelli che avevano portato i bambini al Signore perché se ne andassero.
Ma nel cuore infinito del Salvatore c’è posto anche per i bambini: “Lasciate che i bambini vengano da me; non glielo vietate, perché il regno di Dio è per chi assomiglia a loro” (Marco 10:14). Il Signore li prende in braccio, impone loro le mani e li benedice.
Perché occuparci dei bambini, dirà qualcuno, per parlar loro del buon Pastore e del suo amore? Quando saranno più grandi avranno il tempo di ascoltare quelle cose! Satana cerca di impadronirsi molto presto della mente dei bambini per influenzarli con idee sbagliate e pericolose; lui sa quanto è importante per il loro futuro gli insegnamenti che ricevono da piccoli. Anche i governi dittatoriali, contrari a Dio e al Vangelo, si comportano allo stesso modo coi bambini e coi ragazzi, inculcando nella loro mente le loro idee sbagliate. Ma il Signore ha mostrato quanto sia importante che i piccoli abbiano un contatto personale con un Lui che li accoglie e li benedice.
“Non voglio rimandarli digiuni” (Matteo 15:32)
“Gli si avvicinò una grande folla che aveva con sé degli zoppi, dei ciechi, dei muti, degli storpi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli (Gesù) li guarì” (Matteo 15:30). Da tre giorni erano con Lui e non avevano più nulla da mangiare, così Gesù dice: “Non voglio rimandarli digiuni, affinché non vengano meno per strada” (v. 32). E anche in questo caso, nonostante la poca premura dei discepoli, risponderà pienamente ai bisogni di quella folla.
“Colui che viene a me, non lo caccerò fuori” (Giovanni 6:37). Alla fine della storia della Chiesa, come quando non vi era più spazio per Lui nella chiesa di Laodicea, il Signore è ancora alla porta e bussa! “Se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta – dice – io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me” (Apocalisse 3:20). La Scrittura si conclude con un ultimo appello: “Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda in dono dell'acqua della vita” (id. 22:17).
Il Salvatore che accoglie le folle, e perfino i piccoli bambini, ha sempre le braccia aperte per ricevere chiunque va a Lui. Ma bisogna “venire”, bisogna “volere” prendere gratuitamente dell’acqua della vita, bisogna aprirgli il cuore.
Che grande privilegio hanno i credenti di essere degli strumenti di cui il Maestro può servirsi per far conoscere a tutti la sua grazia!
G. André
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