Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio. Ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.
Romani 11:32; 3:23-24
"Che cosa ho fatto al buon Dio?"
Qualche volta si sente dire questo da persone che si lamentano di qualche disgrazia. "Non ho meritato questo!" è un'altra espressione dello stesso tipo.
Molti vivono senza preoccuparsi di Dio, e poi lo accusano quando le cose vanno male. Quelli che dicono così pensano che il "buon Dio" è tenuto a fare loro del bene durante la loro vita e che eventualmente li punirà se faranno qualcosa di grave. Ritengono che la loro vita sia irreprensibile e quindi accusano Dio d'ingiustizia quando non tutto funziona come vorrebbero.
È urgente ridefinire la questione. Forse noi uomini pensiamo di avere dei diritti davanti a Dio. A parte il Signore Gesù, nessuno di noi ha mai potuto pretendere che Dio approvasse tutto il nostro comportamento. Peraltro Dio ha i suoi diritti assoluti su ciascuna delle sue creature, perché "dà a tutti la vita, il fiato e ogni cosa" (Atti 17:25).
Cosa abbiamo fatto dunque a Dio? Ci siamo allontanati da Lui. I nostri peccati sono un insulto permanente alla sua santità assoluta. Nessuno di noi ha dei meriti davanti a Dio, anche se quelli che ci stanno intorno ci riconoscono delle qualità.
Ma ciò che Dio ha fatto per noi tutti, dunque anche per te, lettore, in particolare, è stato di amarci nonostante la nostra disubbidienza. È sulla base della sua grazia sovrana che Dio desidera incontrarci. Ciascuno di noi deve riconoscere il proprio allontanamento da un Dio che ha sempre cercato di farci del bene. Se mi rendo conto di essere perduto, allora scopro che il Signore Gesù è venuto proprio per "cercare e salvare ciò che era perduto" (Luca 19:10).