Un automobilista, dopo aver investito un pedone, si dà alla fuga senza interessarsi dello stato della vittima. Cosi facendo spera di sottrarsi alle conseguenze di questo suo reato.
L’omissione di soccorso costituisce una circostanza aggravante, severamente punita dalla legge. Fuggire le proprie responsabilità e volersi sottrarre alle conseguenze dei propri atti è un comportamento insostenibile. Ma un tale atteggiamento è purtroppo molto diffuso nei confronti di Dio. Ogni essere umano ha dei conti da regolare con Lui, eppure numerosi sono coloro che sfuggono questo confronto. Rifiutando di guardare la realtà in faccia, aggiungono alle loro colpe (e chi pretenderebbe di non averne?) un reato di fuga.
“Dove potrei andarmene lontano dal tuo Spirito, dove fuggirò dalla tua presenza?” (Salmo 139:7).
Sentendosi a disagio, gli uomini evitano di parlarne e persino di pensarci. Cercano di convincersi che Dio non esiste, oppure nutrono la vaga speranza che Dio non terrà conto del modo con cui si sono comportati nel corso della loro vita.
Anche se alcuni reati di fuga o di omissione di soccorso rimarranno impuniti dai tribunali umani, nessuno potrà sottrarsi al tribunale di Dio. Presto o tardi, ognuno dovrà rendere conto a Lui della propria vita!
A chi riconosce di essere colpevole, Dio presenta ancora oggi Gesù Cristo come Salvatore, Lui che è morto sulla croce per cancellare le colpe e i reati di coloro che si pentono e mettono in Lui la loro fiducia.
Invece di fuggire, cerchiamo il contatto con Dio tramite la preghiera e la fede. Egli vuole perdonarci, liberare la nostra coscienza, riempire il nostro cuore e la nostra vita di amore e di pace. Afferriamo oggi la Sua grazia!