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martedì 24 giugno 2014

Il centurione di Capernaum – Luca 7:1/10

Nel leggere e meditare questi versetti non possiamo fare a meno di constatare come questo centurione avesse ben compreso che la salvezza non sta in ciò che possiamo fare ma nell’abbandono di tutta la fiducia nelle nostre opere o nei nostri supposti meriti per lasciare spazio a Colui che è il Salvatore.

 ·         Il centurione
L’amore è la prima cosa che caratterizza quest’uomo: amore per il suo servo ammalato e che, sapendo che il Signore era là, Lo manda a chiamare per guarirlo (7) supponendo che il Signore si sarebbe preso a cuore questo malato.
Amore per la nazione nella  quale viveva dimostrato “costruendo la Sinagoga” (5). Un amore non solo a parole, ma dimostrato nei fatti.
Lui stesso pensa di non essere né degno di presentarsi davanti al Signore (3), né  degno che il Signore entrasse in casa sua (6), ma il Signore non ha esitato un attimo ad avviarsi verso un uomo che manifestava un tale sentimento.
Sa di essere sottoposto ad autorità superiori e di avere il potere di esercitare l’autorità sui suoi subalterni (8), ma riconosce al Signore l’autorità ed il potere sulla malattia del suo servo verso il quale è impotente (7).
Nei confronti del Signore aveva un sentimento profondo della grandezza divina di Colui nel quale riponeva tutta la sua fiducia facendo appello al Suo amore ed alla Sua potenza, dimostrando, con grande umiltà, tutta la sua fede.
Ad un uomo così il Signore stesso rende questa testimonianza: “neppure in Israele ho trovato una così gran fede” (9).

§ Abbiamo molto da imparare da un uomo come questo sia quanto ai suoi sentimenti, sia quanto all’apprezzamento che ha per il Signore, sia quanto al giudizio che porta su se stesso!

·         Va, vieni, fa questo (8)
Il centurione è cosciente dell’autorità che esercita sui suoi subalterni ed i suoi subalterni sanno che gli devono obbedienza anche se possiamo pensare che non fosse gravoso essere sotto la sua autorità.
Ma noi dobbiamo obbedienza a qualcuno ben più grande di questo centurione: il Signore Gesù, e quando ci dice: “vai” andiamo con fiducia a portare il messaggio della grazia consapevoli di aver ricevuto quest’ordine da Lui e facciamolo con gioia sotto l’azione dello Spirito Santo; quando ci dice “vieni” avviciniamoci a Lui, mettiamoci ai Suoi piedi per crescere nella grazia e nella conoscenza; quando ci dice: “fa questo” qualunque cosa sia mettiamoci mano, poiché sappiamo che la nostra “fatica non è vana nel Signore” (1 Corinzi 15:58).


                D.C.