· Le ore di tenebre (44)
È l’ora sesta, mezzogiorno, il
sole è al suo apogeo, ma le tenebre coprono “tutto il paese”. Il sole si oscura avvolgendo di oscurità questa
scena, come se il cielo volesse tenercela nascosta. È un atto della potenza
divina e non può essere un fatto naturale come un’eclissi di sole, perché la
Pasqua era celebrata durante il periodo di luna piena e un'eclissi di sole non
può che avvenire che con la Luna nuova.
Gli evangeli ci dicono così poco
di questo momento particolare in cui il Signore è assolutamente solo, vittima
perfetta come olocausto ed allo stesso tempo sacrificio per il peccato.
·
La cortina del Tempio (45)
La cortina del tempio (2 Cronache 3:14)
separava il luogo Santo da quello
Santissimo, nel quale, una volta all’anno, il Sommo Sacerdote poteva
entrare per la Festa delle Espiazioni (Levitico 16) presentandosi con dei sacrifici.
Ora il vero olocausto e
sacrificio per il peccato era sull’altare. Perfettamente accettato da Dio che
vede nella vittima la Sua giustizia perfettamente soddisfatta e può, così,
aprire per sempre la strada di accesso dando a noi la libertà di entrare nel
santuario (Ebrei 10:19/20).
·
L’opera è compiuta (46)
Tutto è compiuto. Il Signore
lascia la Sua vita d’uomo sulla terra che aveva preso per servire ed offrire in
sacrificio.
Egli muore per un atto
volontario, è Lui, che, compiuta l’opera che il Padre Gli aveva dato da fare,
può rimettere nelle Sue mani lo spirito
e si compie così nel vero Davide le parole: “io rimetto il mio spirito nelle tue mani” (Salmo 31:1/5).
·
Gli spettatori
Ø Il centurione (47)
Certamente aveva assistito ad
altre crocifissioni, era avvezzo al sangue ed alle grida che poco lo avranno
turbato, non può che riconoscere che la scena di quel momento è particolare e
che quel crocifisso è “un giusto”,
settima ed ultima testimonianza resa alla giustizia ed all’innocenza del
Signore in questo evangelo.
Ø La folla (48)
Un insieme di uomini e donne che
erano là solo per assistere ad “uno
spettacolo” torna a casa “battendosi
il petto”, forse consapevoli di essere stati i Suoi uccisori (At 2:23).
Ø I Suoi conoscenti (49)
È particolarmente bello che la
scena della crocifissione termini menzionando coloro che conoscevano il Signore
e le pie donne che avevano assistito il Signore coi loro beni (Lu 8:3), che Lo
avevano seguito e servito (Mr 15:41).
Coscienti della loro debolezza e
della solennità del momento guardano queste cose “da lontano” senza mescolarsi col resto della folla, soffrendo in
simpatia con Colui che è morto per loro.
D.C.