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La medesima sorte
Buono o malvagio,
credente o empio, fedele o infedele tutti gli uomini possono incontrare le medesime
circostanze (9:2/3). Questa riflessione ci mostra cosa sia la società, che,
senza Dio, non può legittimare alcuna morale, né dare la forza di compierla.
L’uomo non può fare il bene senza avere fiducia in Dio e nella Sua Parola.
Quale
incoraggiamento alla predicazione dell’Evangelo, poiché senza di esso l’uomo è
senza speranza!
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L’ombra della morte
La morte: fine
inesorabile di ogni uomo e di ogni sua speranza; giunge inaspettata e tutto
finisce. “I viventi sanno che moriranno”
(5) perciò vivono con cognizione di causa, ma senza speranza per il futuro. Per
il credente, invece, quale gioia c’è sapere che Cristo ha vinto la morte (2 Ti
1:10) rendendolo vincitore su di lei (1 Co 15:55).
Per noi è
solo il momento in cui partiamo per essere col Signore (Fl 1.23).
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Le gioie della vita
Certi del favore di Dio
(7) ma coscienti dell’incertezza delle circostanze (11) siamo invitati a gioire
ogni giorno della nostra vita, non in modo egoistico, ma con “la moglie che ami” (9). L’amore
coniugale qui è preso come simbolo dell’amore per ciò che si ama e non per ciò
che si possiede.
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Un uomo povero e saggio
L’Ecclesiaste scopre un
vero esempio di saggezza. Un re? Un uomo potente? No! quella di un povero che
libera altri uomini prigionieri di un nemico implacabile. Bella immagine del
nostro Signore, il Povero per eccellenza, che ha vinto un nemico forte, ma che
resta dimenticato dagli uomini (13/15)!
Ma la fede dice: vale
più la saggezza del Povero che l’arroganza del mondo (17/18).
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Rifletti su queste cose!
Il capitolo 10 ci
presenta alcuni proverbi apparentemente senza un ordine e spesso di difficile
comprensione. Conoscere questi versetti ci sarà utile in qualche circostanza
della vita. Poniamoci attenzione, poiché ci presentano alcuni aspetti della
saggezza.
Come può una cosa
insignificante come una mosca morta (1), senza valore e senza vita, fare un
danno così grande? Pensiamo a quei peccati che riteniamo “piccoli ed
insignificanti”, ma che producono gran danni a noi ed agli altri.
Come reagiamo davanti ai
superiori quando ci irritano? Lasciamo il nostro posto? È difficile vivere in
situazioni dove non incontriamo la comprensione dei nostri superiori ma il
credente deve mostrare dolcezza (4), perché
la dolcezza spezza le ossa (Pr 25:15).
Ogni situazione comporta
dei pericoli (8/11) occorrono perciò: prudenza (8), attenzione (9), previdenza
(10) ed avvedutezza (11).
D.C.