Seguici anche su Facebook!

Seguici anche su Facebook! Unisciti al Gruppo cliccando su:
https://www.facebook.com/groups/287768858057968/

domenica 22 giugno 2014

Sulla via per Emmaus – Luca 24:13/35

Questo racconto è riportato solo dall’evangelo di Luca. Forse anche Marco (16:12) ne fa un breve accenno, ma senza dettagli.

·         Discepoli delusi
12 km (13) sono una lunga distanza da percorrere a piedi e non manca certo il tempo per commentare gli avvenimenti della giornata (14). Un uomo si avvicina a loro, si fa compagno di viaggio e di conversazione: è il Signore risorto.
È Lui che si avvicina per primo, è Lui che avvia la conversazione (15), ma non viene riconosciuto. È scambiato per uno straniero e, per di più, ignorante i fatti degli ultimi giorni. Possibile che non sapesse niente di Gesù il Nazzareno  profeta potente in opere e parole davanti a Dio (19) che era stato fatto condannare a morte per crocifissione (20)? Possibile che non sapesse che erano molti, compreso loro, che avevano sperato che fosse il Messia (21) e che ora, a detta di diversi testimoni, era risuscitato ed il suo corpo non si ritrovava?

·         Le Scritture aperte (25/27)
Ma quello “straniero” conosceva bene tutto ciò che era avvenuto a Gesù di Nazareth e rimprovera i Suoi discepoli perché avrebbero dovuto conoscere anch’essi quegli avvenimenti attraverso le Scritture.
Il Signore apre loro le Scritture e, cominciando da Mosè e tutti i profeti, inizia a spiegare che le sofferenze del Messia avrebbero dovuto precedere la gloria (26).

·         Un invito a restare: Una casa aperta (28/30)
I due discepoli sono arrivati a casa, è sera, il giorno sta per finire (29) lo straniero fa l’atto di proseguire, ma i due lo invitano a restare con loro, a continuare quella conversazione che non hanno mai interrotto, che hanno ascoltato con attenzione.
Seduti a tavola quello straniero tace per un momento e fa un gesto che quei discepoli evidentemente conoscevano bene (30)  e, forse, videro nelle sue mani, i segni dei chiodi che porterà per sempre.

·         Occhi aperti (31/32)
A volte basta poco per riconoscere una persona, un gesto abituale, il timbro della voce che pronuncia il tuo nome come per Maria al sepolcro ed ecco subito tutto acquista un’altra dimensione.
Ora sono loro a parlare e le parole sono: “non ardeva il cuor nostro?”.
Si, il Signore aveva riscaldato i loro cuori, aveva applicato la Parola al loro bisogno come nessun altro avrebbe saputo fare, si era fatto riconoscere in modo semplice ma inequivocabile. Non resta che tornare e far partecipi anche gli altri dell’esperienza vissuta (35).

Cari amici, quante volte, delusi dalle circostanze ci avviamo verso la nostra Emmaus, ma il Signore si avvicina, riscalda i nostri cuori con la Sua Parola e ci sussurra: “sono io, non temere!”. Sappiamolo riconoscere!


D.C.

Nessun commento:

Posta un commento