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mercoledì 1 ottobre 2014

Esperienze che portano alla lode – Salmo 30

G  Un Dio che libera
Davide, dopo una grande liberazione, esalta il suo Dio che lo ha salvato da tutti quei mali e quelle afflizioni per i quali aveva pregato (2). La sua preghiera è stata ascoltata ed esaudita, anche se per un momento è sembrato il contrario,  perciò può testimoniare che Dio gli ha reso la vita benché su di lui gravasse una sentenza di morte (3). Ora, perfettamente ristabilito, può aprire il suo cuore alla lode nella “casa di Dio” che ha a cuore di costruire.

G  La sera
Davide invita ora i fedeli (4), sulla base della sua esperienza, a celebrare Dio che, per un momento, colpisce a causa della Sua santità, ma ristora nella Sua misericordia. L’esperienza insegna: l’ira per un momento, la grazia per tutta la vita.
La sera (5/b) è il momento in cui tutti i pensieri passano per la mente e trasmettono sentimenti contrastanti al cuore, è il momento del pianto, ma che farà posto alla gioia del mattino facendo realizzare le parole del profeta: “Dopo esserti adirato con me, la tua ira si è calmata e tu mi hai consolato” (Is 12:1)

G  La mia prosperità
Il benessere può essere un intoppo ed un pericolo anche se permessi da Dio. C’è sempre il rischio di dire: “la mia montagna” (7) attribuendo tutto a se stessi dimenticando il donatore. Si può essere occupati delle proprie ricchezze anche alle porte della tomba (9), l’anima non sarà felice ma turbata di dovere abbandonare tutto. È ancora un’esperienza per il Salmista: “tu nascondesti il tuo volto ed io rimasi smarrito” (7).

G  Un grido, una supplica
Soltanto quando si constata che è con l’aiuto del Signore che ogni cosa rimane stabile si leva dal cuore una preghiera per ritrovare la pace e la fiducia. Si realizza allora che non dobbiamo porre fiducia nella nostra montagna ma che è alla “montagna di Dio” che tutto ci sarà provveduto (Ge 22:14) in gran misura.

G  Un canto di lode
Esso scaturisce dal dolore mutato in danza, dalla sofferenza trasformata in gioia (11), ha lo scopo di salmeggiare senza tacersi per testimoniare di un Dio misericordioso affinché un’altra generazione possa raccontare com’Egli ha agito (Sl 22:31).

Un Dio che ci libera, che ci consola, che ci dà tutto in Cristo, un Dio che ascolta le nostre preghiere ed interviene nella nostra vita. Ecco il nostro Dio. Come credenti possiamo gustare tutti questi favori ed anticipare già dalla terra quella lode che esalterà il Signore nell’eternità.


D.C.