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giovedì 9 ottobre 2014

Istruzione per i discepoli – Luca 6:20/26


Il Signore alza lo sguardo verso i Suoi discepoli. Vuole mostrare loro che essere discepoli è molto di più che acquisire il sapere del maestro ed esercitare la potenza. È imparare a riflettere quello che Egli è: l’Uomo dei dolori che ha imparato l’obbedienza dalle cose che soffrì (Eb 5:8).

&  Le quattro beatitudini (20/23)
Il Signore incoraggia i discepoli che sono e saranno oggetto del disprezzo e dell’odio del mondo. L’identificazione col maestro  è fortemente sottolineata.

F  “Beati i poveri”
Il Signore era il “povero” per eccellenza (2 Co 8:9), senza nessuna risorsa in questo mondo, ma confidante in Dio che forniva il necessario di volta in volta (Mt 17:27). Essi sono “poveri”, perché hanno abbandonato tutto, il loro lavoro e le loro risorse, nel presente e per l’avvenire. Più tardi Pietro e Giovanni potranno dire: “dell’argento e dell’oro io non ne ho”, ma possedevano una ricchezza che il mondo non poteva donare: liberare un uomo dalla sua misera condizione e farne un adoratore (At 3:6/8).

F  “Beati voi che avete fame”
Il Signore aveva avuto fame (4:2), anche i discepoli l’avrebbero avuta ma sarebbero stati saziati di un nutrimento spirituale, poiché “ il regno di Dio non consiste in vivanda né in bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo” (Ro 14:17)

F  “Beati voi che ora piangete”
Il Signore ha pianto più volte, sensibile alle conseguenze del peccato e della morte (Gv 11:35) ed alla ribellione contro Dio (19:41). I discepoli piangeranno attendendo la gioia di vedere la giustizia e la verità trionfare.

F  “Beati voi quando gli uomini vi odieranno”
Il Signore, prima di morire, li avvertirà che incontreranno l’odio del mondo per amore del loro Maestro, come Lui l’aveva incontrato per amore del Padre (Gv 15:18/20).

Il Signore promette ai discepoli una gioia senza misura in mezzo alle mille difficoltà, spesso violente della vita, ma che sono anche per tutti coloro che, oggi, Gli sono fedeli.

&  I quattro “guai a voi”
Il realtà si tratta più di avvertimenti che di parole di condanna e ripetono in termini opposti le beatitudini che li precedono. Il Signore divide gli uomini in due categorie: poveri, affamati, afflitti ed odiati da una parte, ricchi, sazi e felici dall’altra. Tuttavia non sono le condizioni umane di vita facile o difficile che li dividono, ma la loro attitudine davanti al Figliol dell’uomo.
Anche oggi l’evangelo porta in sé stesso lo stesso messaggio.

 D.C.