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Signore alza lo sguardo verso i Suoi discepoli. Vuole mostrare loro che essere
discepoli è molto di più che acquisire il sapere del maestro ed esercitare la
potenza. È imparare a riflettere quello che Egli è: l’Uomo dei dolori che ha
imparato l’obbedienza dalle cose che soffrì (Eb 5:8).
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Le quattro beatitudini (20/23)
Il
Signore incoraggia i discepoli che sono e saranno oggetto del disprezzo e
dell’odio del mondo. L’identificazione col maestro è fortemente sottolineata.
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“Beati
i poveri”
Il
Signore era il “povero” per eccellenza (2 Co 8:9), senza nessuna risorsa in questo
mondo, ma confidante in Dio che forniva il necessario di volta in volta (Mt
17:27). Essi sono “poveri”, perché hanno abbandonato tutto, il loro lavoro e le
loro risorse, nel presente e per l’avvenire. Più tardi Pietro e Giovanni
potranno dire: “dell’argento e dell’oro io non ne ho”, ma possedevano una
ricchezza che il mondo non poteva donare: liberare un uomo dalla sua misera
condizione e farne un adoratore (At 3:6/8).
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“Beati
voi che avete fame”
Il
Signore aveva avuto fame (4:2), anche i discepoli l’avrebbero avuta ma
sarebbero stati saziati di un nutrimento spirituale, poiché “ il regno di Dio
non consiste in vivanda né in bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello
Spirito Santo” (Ro 14:17)
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“Beati
voi che ora piangete”
Il
Signore ha pianto più volte, sensibile alle conseguenze del peccato e della
morte (Gv 11:35) ed alla ribellione contro Dio (19:41). I discepoli piangeranno
attendendo la gioia di vedere la giustizia e la verità trionfare.
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“Beati
voi quando gli uomini vi odieranno”
Il
Signore, prima di morire, li avvertirà che incontreranno l’odio del mondo per
amore del loro Maestro, come Lui l’aveva incontrato per amore del Padre (Gv
15:18/20).
Il
Signore promette ai discepoli una gioia senza misura in mezzo alle mille
difficoltà, spesso violente della vita, ma che sono anche per tutti coloro che,
oggi, Gli sono fedeli.
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I quattro “guai a voi”
Il
realtà si tratta più di avvertimenti che di parole di condanna e ripetono in
termini opposti le beatitudini che li precedono. Il Signore divide gli uomini
in due categorie: poveri, affamati, afflitti ed odiati da una parte, ricchi,
sazi e felici dall’altra. Tuttavia non sono le condizioni umane di vita facile
o difficile che li dividono, ma la loro attitudine davanti al Figliol
dell’uomo.
Anche
oggi l’evangelo porta in sé stesso lo stesso messaggio.
D.C.