Il
Signore lascia le folle e gli oppositori per ritirarsi sul monte e trattenersi nell'intimità col Padre. Soltanto Luca riferisce che “passò
la notte” (12) in quest’atteggiamento realizzando, così, la parola
profetica di Davide: “in cambio della mia
amicizia, mi accusano, e io non faccio che pregare” (Sl 109:4).
“Quando fu giorno” (13) il Signore agisce
con autorità nominando dodici apostoli fra i discepoli a cui avrebbe affidato
una missione particolare (9:1/2). Egli sapeva bene che il Suo servizio era
limitato nel tempo per questo preparava un gruppo d’uomini che avrebbero
continuato l’opera divina.
Come
Dio aveva mandato il Cristo, così ora Lui inviava questi apostoli come
ambasciatori ufficiali del Messia al popolo d’Israele e, dopo la Pentecoste, li
troveremo impegnati in una missione ancora più grande: quella di diffondere la
testimonianza della morte e della risurrezione (At 1:8 e 22).
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Matteo e Simone chiamato Zelota
Su
ognuno di questi discepoli potrebbe essere detto qualcosa, ma questi due
spiccano fra gli altri perché ci mostrano ciò che la grazia di Dio può produrre
negli uomini.
Matteo
è un pubblicano, Simone uno Zelota e rappresentano i due estremi della vita
sociale e religiosa del tempo. Il primo al servizio dei Romani, l’altro
appartenente ad uno dei partiti più estremisti opposti a Roma.
Ma
presso al Signore questi due uomini si incontrano, si amano e collaborano in
pace. Che lezione pratica per noi oggi, sul come dovremmo lavorare insieme per
l’opera del Signore.
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Istruzioni utili
Discesi
dal monte in compagnia del Signore (17) sono immersi in un bagno di folla
desiderosa di udire delle parole e per essere guarita dalle innumerevoli
malattie che caratterizzano la vita dell’uomo. La menzione di Tiro e Sidone
(17) è una chiara indicazione che la grazia avrebbe dovuto estendersi anche
fuori dei confini di Israele.
Più
tardi saranno chiamati ad esercitare anch’essi delle guarigioni sugli infermi
ed avranno privilegio e responsabilità di proclamare la grazia per tutta la
terra.
Ricordiamo sempre che la
scuola di Dio precede sempre il servizio. Il Signore ci sceglie, ci tiene con Sé
e poi ci manda. Grande privilegio, ma anche grande responsabilità.
D.C.