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domenica 5 ottobre 2014

Confessione e perdono – Salmo 51

Questo Salmo è collegato ai fatti narrati in 2 Sa 11 e 12:1/9. Cosciente della gravità del peccato commesso, Davide è in grande angoscia, come può ottenere il perdono per un peccato così grave? All’adulterio aveva aggiunto l’omicidio volontario, colpa per la quale la legge, che lui stesso doveva amministrare, puniva in modo inequivocabile.
Non gli resta che una sola possibilità: fare appello alla misericordia di Colui che aveva offeso e che solo può perdonare la colpa (1).

& La grazia di Dio
Davide stesso aveva pronunciato la sua sentenza (2 Sa 12:5/6), ma dopo che la sua coscienza è risvegliata delle parole del profeta Natan, confessa la sua trasgressione e, benché la sua coscienza lo condanni, la certezza dell’amore di Dio trova spazio nel suo cuore. Sa che Dio è un fuoco consumante (Eb 12:29), ma è anche il Dio di ogni grazia (1 Pi 5:10).
Ogni peccato, in ogni tempo, è un’offesa contro Dio (4) e necessita, per essere cancellato, di essere purificato con l’issopo (7). C’è in questo versetto un riferimento all’aspersione del sangue (Es 12:22), tipo del sangue di Cristo che ci purifica di ogni peccato. Davide non conosce certamente la realtà delle figure dell’Antico Testamento, ma comprende, per la fede, che solo Dio poteva lavarlo e che sarebbe stato “più bianco della neve” (7).

& Un cuore puro
Il cuore ora è libero davanti a Dio ed il desiderio è di insegnare il sentiero della liberazione a coloro che sono ancora carichi dei loro peccati (13).
Davide disperato, umiliato, avendo il sentimento dell’offesa fatta a Dio chiede di essere ristabilito nella comunione e di tornare a gioire della salvezza e di essere rinnovato nello spirito per essere sostenuto ed evitare altre cadute (12). Fu vero di Davide come fu vero di Pietro. Attristato per aver rinnegato il Signore piange amaramente e, ristabilito nel suo servizio (Gv 21:15/17), è reso capace di fortificare i suoi fratelli (Lc 22:32) e predicare l’evangelo con franchezza ai Giudei.
È la storia di ogni credente che viene ristabilito nella comunione col Signore dopo averLo disonorato in qualche modo.

D.C.