I capi sacerdoti e gli scribi, sicuramente
indignati del fatto che il Signore avesse appena purificato il Tempio, lo sono ancora di più, nonostante non lo
ammettano, per l’autorità con cui il Signore parla ed a cui non possono
opporsi.
Ø La perdita del
prestigio
Ciò che più era insopportabile, per questi uomini religiosi, era sentire
la loro influenza indebolita in presenza di quella che risultava dagli atti e
dalle parole del Signore (Mr 1:29).
Il popolo riconosceva l’autorità del Signore, quindi, l’odio e la gelosia
di questi capi aumentava sempre più.
Pretendevano di aver ricevuto la loro autorità religiosa da Dio, ma la loro
coscienza testimoniava che quella del Signore era divina. Si sentivano a
disagio, essendovi disaccordo assoluto fra le loro parole ed azioni e quelle
del Signore, cosa che sarebbe stata impossibile se fossero derivati dalla
stessa sorgente. Ciò che è di Dio si oppone sempre a ciò che è dall’uomo.
Se non ammettevano l’origine divina, ancor meno avrebbero ammesso di
trovarsi in presenza di Colui che “prende
gli abili nella loro astuzia” (Gb 5:13).
Ø Una domanda
imbarazzante (3/4)
Il ragionamento che essi fanno per poter rispondere alla domanda del
Signore (5/6) mette in evidenza la loro volontà di non credere e, di
conseguenza la loro colpevolezza, risultato che non si aspettavano quando per
primi posero una domanda. Preferiscono passare da ignoranti pur di non
riconoscere la loro doppia colpevolezza, perché non avevano creduto a Giovanni
così come ora non credevano al Signore.
Ø Una grande
responsabilità
Quanto è grande la responsabilità di quelli che in ogni tempo hanno
preso il posto di conduttori spirituali, quando non hanno mai portato un’anima
a Cristo. Perché se non lo fanno, le attirano a loro stessi oppure le lasciano errare per il mondo. Questa
folla che considerava Giovanni un profeta, e che pendeva dalle labbra di Gesù
(Lu 19:48), sarà la stessa che si lascerà trascinare dai capi del popolo a
scegliere Barabba ed a crocifiggere Gesù, poiché senza la fede nella Parola di
Dio, le suggestioni, anche le più profonde, non cambiano nulla allo stato
dell’anima.
D.C.