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venerdì 3 ottobre 2014

L’infanzia del Signore - Luca 2:39/52

Solo Luca ci dà qualche notizia sull’infanzia e sull’adolescenza del Signore e possiamo notare con quanta sobrietà lo faccia. Dopo aver adempiuto i riti che la legge prescriveva per ogni nato, i Suoi genitori lo portano a Nazareth e là “cresceva e si fortificava; era pieno di sapienza e la grazia di Dio era su di Lui” (40).

Ü L’infanzia a Nazareth (39/40)
È  così che lo Spirito Santo ci presenta la perfetta umanità del Signore. Una crescita normale con le tappe abituali della vita umana. Pieno di saggezza non c’era in Lui niente da correggere e gli attributi divini dimoravano in Lui in tutta la pienezza, mentre attendeva il momento del completo sviluppo di uomo per svolgere il Suo ministerio.
Egli rendeva veramente “il suo frutto nella sua stagione” (Sl 1:3).

Ü Dodicenne nel tempio (41/52)
Cosa ci insegna questo unico episodio della vita del piccolo Gesù?
Per prima cosa ci fa vedere che il Signore ha adempiuto ciò che la legge prescriveva come quella di comparire tre volte all’anno davanti a Dio (De 16:16) e, inoltre, per ci fa comprendere che la chiamata del Signore per il Suo ministerio si fondava su un’obbedienza appresa molto tempo prima e su uno zelo reale per gli interessi del Padre (49).

I Suoi genitori, pensando che li avesse seguiti o che fosse nella comitiva (44), camminano un giorno senza essere occupati del figlio. Quando si rendono conto della cosa, preoccupati Lo cercano là dove non possono trovarLo, perché non è un fanciullo come gli altri e ricerca nel tempio l’atmosfera che Gli conviene.
Non è la per imparare, perché Lui è la saggezza; non è là per insegnare, perché ancora non è arrivato il momento; ma, coloro che sono là, non possono fare a meno di stupire per quel fanciullo dalle qualità uniche (47).

Ü Le prime parole
Maria lascia trasparire la sua pena sotto forma di un velato rimprovero che permette al Signore di ricordare la sua filiazione divina. I “maestri” del momento sono testimoni della risposta: “io dovevo trovarmi nella casa del Padre mio” (o “essere occupato del Padre mio) (49). Nessuno, fra i grandi uomini di Dio, aveva mai parlato così e, certamente, nessuno dei presenti a compreso la reale portata delle prime parole uscite dalla bocca del Signore.
La perfezione brilla nella sottomissione (51) come nella perfetta crescita fisica e spirituale (52).  


D.C.