Mentre il Signore è seduto a tavola
osserva come gli altri convitati scegliessero i primi posti e rivolge loro una
parabola che invita all’umiltà ed alla carità (8/9).
Ø Per avere il primo posto
Dio ha invitato, nel Suo amore, tutti i
peccatori ad un banchetto nuziale. È nel tempo in cui Dio fa grazia che questi
posti devono essere presi, perché nel cielo non vi saranno altri posti occupati
tranne quelli presi quaggiù. Ma tutti devono portare come carattere l’umiltà di
cui il Signore stesso ha dato l’esempio prendendo l’ultimo posto per venire a
salvarci. L’uomo, nel suo stato naturale, cerca sempre il primo posto. Essere
qualcuno, arrivare ad una posizione più elevata degli altri, è un pensiero
introdotto da Satana fino dall’inizio della storia dell’uomo: “voi sarete come Dio” (Ge 3:5).
Al contrario, il credente, seguendo
l’esempio del Signore, sarà condotto alla gloria come Lui poiché: “umiliò se stesso facendosi obbediente …
perciò Dio Lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra
di ogni nome” (Fl 2:8/9).
Ø Le conseguenze dell’abbassamento
È oggi che il credente prende il posto
che occuperà nell’eternità. Arriverà il momento che Colui che ci ha invitati
prenderà coscienza del posto che noi avremo occupato quaggiù ed al più umile
dirà: “amico vieni più avanti” (10). Questo pensiero deve stimolarci a
conformarsi sempre di più al divino modello e, del resto, che c’è di più bello
per un’anima riscattata che imitare un modello simile?
Ciò che permette al credente di vivere
questa umiltà, che lo induce ad abbassarsi sempre anche in mezzo ai suoi
fratelli, è il fatto di essere occupato di Cristo, di contemplare sempre questo
modello perfetto.
Ø Il contraccambio reso alla risurrezione (12/14)
Ora il Signore si rivolge direttamente
al suo ospite, ed a noi oggi, per insegnare come comportarsi.
L’uomo di questo mondo cerca sempre di
trarre beneficio qualunque sia la cosa che intraprende. Se offre un pranzo sarà
occupato che non manchi niente in tavola e ricercherà il benessere dei
convitati sperando di riceverne il contraccambio.
Il credente, al contrario, non ricerca
niente per sé, per il suo egoismo, perché ha piena fiducia in Colui che potrà
offrirgli il contraccambio “alla risurrezione dei giusti”.
Facciamoci
un tesoro nel cielo e non sulla terra, viviamo ed agiamo in vista del momento
in cui il Signore ci ricompenserà dell’aver vissuto imitandoLo.
D.C.