Il Salmista inizia celebrando la grandezza di Dio, Gli rende onore nella
Sua città. Costruita sul monte Sion è “il
luogo santo della dimore dell’Altissimo” (Sl 46:4). È là che è stata posta
“una pietra
angolare preziosa, un fondamento solido”
(Is 28:16), cioè Cristo, il solo fondamento che l’amore e la grazia di Dio
offrono a chiunque, affinché chi “crede in essa non resterà confuso” (1 Pt 2:6).
Ogni credente trova, dunque, un rifugio tranquillo all’ombra
dell’amore e della potenza di Dio e può, con Paolo, esclamare: “se Dio è per noi chi sarà contro di noi?”
(Ro 8:31).
& Il nemico
I nemici si alleano, marciano compatti (4), ma sono colti
dallo smarrimento di fronte alla grandezza di questa città (5), e la loro paura
è paragonata a ciò che prova una donna che sta per partorire (6), o a quella provata
dai marinai nella tempesta (7).
Che sicurezza, per coloro che sono all’interno della città,
di sapere che il nemico al solo vederla fugge terrorizzato.
Questa è la grandezza del nostro Dio nelle braccia del Quale
abbiamo trovato rifugio.
Siamo
capaci di sperimentarla e di vivere la nostra vita cristiana consapevoli della
forza del nostro Dio e del terrore che essa incute ai nostri avversari?
& La bontà di Dio
Ora il Salmista passa a descrivere ciò che i suoi occhi
vedono, ne aveva sentito parlare si, ma ora tutto gli appare nel pieno splendore
ed entrando nel Tempio può esaltare la bontà di Dio (9). Tutto diventa un
soggetto di lode e di riconoscenza (10).
È la parte di ogni credente che trova, nella presenza del
Signore, la lode per essere stato riscattato, per quell’amore di cui non solo
ha sentito parlare, ma che ora vede e di cui gode le conseguenze eterne ed
invita altri a partecipare alla stessa gioia che questa bontà infonde nel suo
cuore (11)
& Gloria e bellezza di Sion
Siamo invitati, così, a fare il giro di questa città per
ammirarla.
Un giro esterno (12) ci permette di vedere le mura che
parlano di sicurezza (Za 14:11) e di prestigio (Ne 2:17), un giro interno ci
permette di ammirare quelle torri che ci parlano di rifugio (Sl 61:3 – Pr 18:10)
e quei palazzi che ci parlano di stabilità e tranquillità (Sl 122:7).
Possiamo, perciò, esclamare anche noi col Salmista:
“cose gloriose son dette di te o città di
Dio” (Sl 87:3).
D.C.