Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Matteo 5:8
Arrivederci, non addio!
In occasione del
terremoto avvenuto nel Molise nel 2002, persero la vita 27 bambini. Qualche
giorno dopo, in occasione dei funerali, un giornale locale titolava così:
“Bambini addio!”. In questa frase si può leggere tutto il dolore e lo sconforto
conseguente a questa triste separazione. Quello che può consolare il cuore di
genitori e parenti, così provati, è il fatto di sapere che questi bambini, come
disse la mamma di uno di loro proprio il giorno dei funerali, sono in cielo
con il Signore. Benché nati con la natura peccatrice ereditata da Adamo,
tutti i piccoli che muoiono prima di raggiungere l’età della
responsabilità beneficiano dell’opera di Cristo compiuta alla croce e sono
salvati. Un giorno proprio il Signore, riferendosi ai bambini che come ogni
essere umano nascono con una natura di peccato, disse: “Il Figlio dell’uomo è
venuto a salvare ciò che era perduto” (Matteo 18:11). Che parole di
consolazione per i genitori che sono stati privati dei loro bimbi nel
terremoto, e per quanti altri li hanno visti morire in tenera età in seguito a
diverse e tristi circostanze!
Se i bambini possono
beneficiare della salvezza per via della loro innocenza, coloro che sono in
età adulta, per essere salvati, devono accettare il Signore come proprio
Salvatore. Così anch’essi saranno certi di andare in cielo, e quelli che
hanno perso i loro piccoli potranno ritrovarli lassù. Ecco allora che la
dolorosa separazione portata dalla morte non è più un addio, ma un arrivederci,
un arrivederci in cielo!
In questo terribile
dolore, è una grande consolazione la certezza di ritrovare i propri piccoli in
cielo, in un luogo dove “Dio stesso… asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e
non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di
prima sono passate” (Apocalisse 20:4). A questo punto, grandi e piccini,
“saremo sempre con il Signore” (1 Tessalonicesi 4:17), e allora non dovremo mai
più dire nemmeno “Arrivederci”!