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sabato 3 aprile 2021

03 aprile - Nicodemo

Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra un’asta; e avveniva che, quando un serpente mordeva qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita.

Numeri 21:9

 

Nicodemo

Giovanni 3:1-18

 

Non era uno qualunque questo fariseo, ma uno dei capi dei Giudei, conoscitore della Legge di Mosè. I miracoli che Gesù faceva lo chiamavano in causa. Egli  diceva: “Noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio”. Infatti, sapeva molte cose ed era anche capace di insegnarle ad altri. Ma gli sfuggiva l’essenziale! Conosceva il testo della Legge data da Dio a Israele, ma ne ignorava lo “spirito” e il senso profondo.

Gesù non era semplicemente “un dottore”, ma il Salvatore venuto da Dio. Con un’umiltà toccante, il Signore si pone sullo stesso piano di Nicodemo. Gli ricorda l’episodio della storia del popolo d’Israele relativo al serpente di rame (Numeri 21:4-9). Nicodemo conosceva bene quell’avvenimento, ma aveva bisogno di comprenderne il significato. Gesù gli dice: “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato (sulla croce), affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3:14-15). Questa vita eterna non poteva essere acquisita con l’osservanza della Legge, ma credendo al mezzo che Dio donava per essere salvati.

Alla fine dei Vangeli ritroviamo Nicodemo, venuto per imbalsamare il corpo del Signore con della mirra e dell’aloe (Giovanni 19:39). Come il serpente di rame, anche Gesù era stato “innalzato affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna” (3:14). Dopo quel primo incontro col Signore, Nicodemo era diventato un vero credente; non era più il “fariseo”, l’uomo religioso di un tempo!