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venerdì 2 aprile 2021

Il primo posto è del Signore nella vita di famiglia

Vorrei fare alcune osservazioni semplici e pratiche, alla luce della Parola, riguardo al posto che il Signore deve avere normalmente in ogni famiglia cristiana, per la benedizione di questa e per la gloria di Dio.

Pensando al matrimonio, prima istituzione di Dio in relazione con l’uomo sulla terra, la famiglia cristiana ci appare sotto il suo aspetto più solenne, più grande, più sacro. Senza dimenticare il suo significato tipico (Cristo e la Chiesa, Efesini 5:25; la famiglia dei credenti, Efesini 2:19), possiamo capire perché Dio le attribuisca tanta importanza, perché ne sia parlato così sovente nella Bibbia, e perché Dio ci dia così tante direttive. 

Esaminando attentamente le intenzioni di Dio riguardo alla famiglia cristiana, saremo certamente colpiti nel vedere in quale misura Dio abbia fatto tutto per la felicità della sua creatura. Secondo il Suo desiderio, la famiglia dev’essere una “cellula” d’armonia e di pace. Quest’armonia e questa pace ci saranno se c’è rispetto per quanto Dio ha istituito e se ognuno mantiene il proprio posto e il proprio ruolo, ed esercita le funzioni che gli sono assegnate. Qui, come ovunque, dobbiamo constatare le spiacevoli conseguenze che risultano dalla non osservanza degli ordini divini. Ma che benedizione c’è nella famiglia in il Signore è l’ospite permanente e vi ha il primo posto! Com’è bello vedere una famiglia camminare nella dipendenza del Signore e ricercare il Suo pensiero, prima di prendere qualunque decisione! Quanti passi sbagliati, quante delusioni sarebbero evitate! In una famiglia che cammina così, secondo Dio, le giornate scorrono sotto il Suo sguardo, nel godimento del Suo amore.

Spetta soprattutto alla madre occuparsi dei figli piccoli, e questo è un compito molto importante. E’ noto che quello che un bambino vede e realizza quand’è piccolo gli rimane impresso e non si cancella più. Pertanto è determinante che le sue prime impressioni siano felici, secondo Dio. Questo è il momento opportuno per inculcare nei fanciulli delle buone basi (Deuteronomio 6:6 a 10) e delle buone abitudini; di parlare loro del Signore, di leggere insieme qualcosa della Bibbia, di cantare insieme. Non dobbiamo pensare che le cose di Dio siano al di sopra della loro portata; la Parola è viva e operante, e porterà del frutto a suo tempo. I momenti di lettura e di preghiera di una mamma coi suoi figli lascerà in loro un ricordo indimenticabile. Oggi che molto spesso anche le madri lavorano fuori casa è indispensabile che pure il padre, nella consapevolezza delle proprie responsabilità, non manchi di collaborare con la sua moglie nello svolgere questo impegno. 

La lettura della Parola, la preghiera e le conversazioni spirituali in famiglia, hanno un valore che niente potrà sostituire. I cuori che si sviluppano in un’atmosfera familiare di pietà, provano una grande gioia che risplenderà intorno a loro e sarà di esempio, e porterà del bene anche nella chiesa. Il livello spirituale di un’assemblea, infatti, è in gran parte il riflesso della pietà delle famiglie che la compongono. Se questo livello fosse più elevato, sentiremmo meno sovente certe lamentele: “Nell’assemblea non trovo… non ricevo”. 

Ma c’è un'altra cosa importante: i genitori devono fare di tutto perché i figli si affezionino all’assemblea e nutrano un profondo rispetto per i fratelli e le sorelle. E’ bene far loro comprendere cos’è l’assemblea per Dio, il valore e il significato che essa ha per Lui, ed evitare di metterne in evidenza, in loro presenza, le eventuali debolezze e le lacune che si possono manifestare. Uno spirito di critica è deleterio per la loro formazione spirituale e il loro progresso.

Dare al Signore il primo posto è anche chiedergli di concederci la possibilità di abitare il più vicino possibile ad un luogo di riunione. Pensiamo alle dodici tribù d’Israele, raggruppate intorno al tabernacolo in prossimità del Signore, e meditiamo le parole di Davide: “Mi sono rallegrato quando mi hanno detto: ‘Andiamo alla casa del SIGNORE” (Salmo 122:1). Che memorabile riunione quella con il Signore in mezzo ai discepoli che pronuncia quelle meravigliose parole: “Pace a voi!” (Giovanni 20:19 a 23). Che perdita quella di Tommaso che “non era con loro quando venne Gesù”, e che umiliazione, una settimana più tardi, essere da Lui ripreso!

Facciamo ancora alcune osservazioni riguardanti le vacanze e il modo di impiegarle. In se stesse sono un beneficio di cui godiamo e di cui possiamo essere riconoscenti a Dio, perché permettono un po’ di riposo dopo un anno di lavoro, a volte molto faticoso. Ma oggi, con la maggiore disponibilità di denaro e la facilità degli spostamenti, le vacanze potrebbero diventare un laccio se usate per soddisfare i desideri del cuore naturale. Per il credente è necessario stare in guardia. Cerchiamo di renderle utili organizzandole sotto lo sguardo del Signore, dando a Lui il primo posto. La tranquillità di una vacanza è ideale per meditare la Parola di Dio; e sarà anche un momento opportuno per avvalersi di scritti che edificano e aiutano a conoscere meglio i Suoi pensieri. Che momenti benedetti quelli trascorsi in famiglia, o in compagnia di fratelli e sorelle nella fede, intrattenendosi della comune speranza e godendo insieme di tutte le cose che già ora sono un motivo di gioia nel Signore. Il Signore tocchi i nostri cuori e ci indichi il posto che dobbiamo concedergli. Egli desidera il nostro bene e la nostra gioia. Che possiamo desiderare veramente la Sua gloria!

G. Combe