“Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia” 1 Giov. 3:13.
Dei primi cristiani è detto che avevano “il favore di tutto il popolo” Atti 2:47. Ma questa condizione non durò a lungo. Si può rimanere impressionati da una vita santa, ma se la coscienza e il cuore non vengono raggiunti, tutto ciò che parla della presenza di Dio risveglia ben presto l'inimicizia naturale dell'uomo nei confronti di quel Dio potente, santo e giusto.
Le persecuzioni non tardarono a venire. I più accaniti persecutori furono gli uomini “religiosi”. I fedeli furono etichettati come quelli della “Via che essi chiamano setta” (Atti 24:14) gente stretta che segue un cammino diverso da quello della maggioranza degli uomini e fu dato loro il nome di cristiani (Atti 11:26), non era un titolo onorifico agli occhi del mondo, essere discepoli di un uomo crocifisso.
Discepoli di Gesù di Nazaret, il disprezzato da tutti, chiamati poi “la setta dei Nazareni” (Atti 24:5). Quando Paolo comparendo davanti ad Agrippa e Festo, annunciò l'Evangelo è trattato, da parte del governatore romano, come un uomo “fuori di senno” (Atti 26:24).
Perché avveniva questo? Perché non scendevano a patti con il mondo ma mantenevano la loro posizione di Testimoni di Dio e come tali non ricercavano una posizione quaggiù ne possedevano già una maggiore (Fil. 3:20) e non intendevano conformarsi col presente secolo malvagio.
Dobbiamo riflettere sulle ragioni dell'attuale benevolenza nei confronti del cristianesimo “moderno”.