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domenica 25 aprile 2021

Quelli che sperano nel Signore rinnovano le loro forze


“Perché dici tu, Giacobbe, e perché parli così, Israele: «La mia via è occulta al SIGNORE e al mio diritto non bada il mio Dio?» Non lo sai tu? Non l'hai mai udito? Il SIGNORE è Dio eterno, il creatore degli estremi confini della terra; egli non si affatica e non si stanca; la sua intelligenza è imperscrutabile. Egli dà forza allo stanco e accresce il vigore a colui che è spossato. I giovani si affaticano e si stancano; i più forti vacillano e cadono; ma quelli che sperano nel SIGNORE acquistano nuove forze, si alzano a volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e non si affaticano” (Isaia 40:27, 31)

Da questi versetti impariamo come fare per ricevere forze nuove nella nostra vita spirituale. Vediamo con quanta bellezza lo Spirito Santo ci presenta questo soggetto.

1. Prima di tutto, Dio ci pone tre domande allo scopo di prepararci a ricevere il Suo aiuto, la Sua consolazione e la Sua forza. La prima domanda “Perché dici tu…?” rivela i nostri pensieri. Se suppongo che Dio non conosca ciò che io vivo, come potrò pensare che si interessi a me? Se, per una ragione qualsiasi, penso che Dio non si prenda cura della mia causa, come potrei aspettarmi un soccorso da parte Sua? Mi sento abbandonato da Lui. Dio mi pone allora due ulteriori domande: “Non lo sai tu? Non l'hai mai udito?”. Questo mi ricorda che Egli ha già parlato ma, evidentemente, io non ho ascoltato. Per mezzo di queste domande di nuovo mi vuole parlare. Sono pronto, adesso, ad ascoltarlo?

2. Il nostro Dio è il Dio di ogni consolazione; per questo si presenta qui in tre modi diversi. 

È Eterno. Siamo spesso tristi per il fatto che per noi ogni cosa ha una fine, ma Dio rimane eternamente: “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno” (Ebrei 13:8).

È Dio Eterno, il Signore (Yaveh). Pur essendo eterno e infinito, Egli cerca di stabilire una relazione con noi, esseri umani, legati alle nozioni di spazio e di tempo. È il Dio del patto con Israele, è il Padre del nostro Signore Gesù Cristo e anche il nostro Padre celeste. 

È il creatore degli estremi confini della terra. Noi siamo dunque opera Sua. Come conservatore della vita si prende cura di noi, si occupa del benessere delle Sue creature; per questo dice: “Mi date degli ordini (o meglio “datemi” ordini) circa i miei figli e circa l'opera delle mie mani” (Isaia 45:11. Vedere anche Matteo 6:26-30 e Malachia 3:10).

3. Ciò che è vero per l’Eterno è all’opposto di ciò che caratterizza l'uomo: Dio non si affatica e non si stanca. Inoltre, la Sua intelligenza è imperscrutabile. Ne facciamo l'esperienza quando Dio risolve uno dei nostri problemi. Guardando indietro non ci stupiamo forse della maniera in cui è intervenuto quando non avevamo alcuna idea del modo in cui avrebbe potuto risolvere la nostra difficoltà? Dio può aiutarci in un modo meraviglioso. 

4. A chi si rivolge, poi, Dio? A persone affaticate e stanche. A volte attraversiamo situazioni che necessitano di una forza speciale: allora ci darà una forza abbondante. Se la fede è provata a lungo riceveremo sempre forze nuove. Questo ci capita specialmente quando passiamo per le difficoltà della vita o la malattia, oppure per la debolezza dovuta all'età avanzata. D’altra parte, Dio non ci può aiutare se non quando riconosciamo la nostra impotenza. È la consapevolezza della nostra debolezza che ci dà accesso al Suo soccorso. È allora che facciamo parte di quelli che sperano nel SIGNORE e che ricevono la Sua consolazione e la Sua forza.

5. I giovani sono simboli di energia, ma quando si va avanti con l'età si sente la fatica fisica e mentale. Però anche dei giovani credenti possono affaticarsi e stancarsi, se non fisicamente almeno spiritualmente. Inoltre, se si sentono forti, corrono il rischio di cadere. Si può anche dire che i più forti sono spesso quelli che, indipendentemente dall’età, fanno troppo affidamento sulle proprie capacità o sulle proprie esperienze. È per questo che tutti siamo invitati a sperare nel Signore. 

6. Quelli che sperano nel Signore si distinguono grazie a tre attività che contrastano con la loro fatica e la loro stanchezza.

Si innalzano a volo come aquile. Faticavano a camminare, e tutto ad un tratto volano! Com’è possibile? I credenti hanno la capacità di innalzare la loro anima fino a Dio (Salmo 25:1). La sfera della presenza divina è il loro spazio vitale. Quando ci ricordiamo che la nostra chiamata è celeste, siamo capaci di elevarci al di sopra delle circostanze. Come possiamo sopportare difficoltà, ingiustizie o ostilità? Quando ci ricordiamo che il nostro destino è il cielo e non la terra: allora tutto diventa più facile e “prendiamo il volo”!

Correre senza stancarsi è necessario nelle fasi complesse del percorso della vita. Ma il Signore può accordarci la forza interiore per perseverare nelle tappe particolarmente dure.

Persino nelle situazioni normali della vita siamo chiamati ad agire per fede. Con l'aiuto di Dio non ci affaticheremo, ma continueremo il nostro cammino con perseveranza.


Markus Furrer

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