Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, visto il terremoto e le cose avvenute, furono presi da grande spavento e dissero: “Veramente, costui era Figlio di Dio”.
Matteo 27: 54
Il centurione ai piedi della croce
Gesù è messo in croce, e un centurione dell’esercito romano è
incaricato di controllarlo. È là perché il suo dovere lo obbliga, per impedire
che i suoi discepoli vengano a liberare il loro Signore. Così, egli si trova
faccia a faccia con Gesù. Alla fine di quelle tre ore terribili, “visto il
terremoto e le cose avvenute”, udito il suo gran grido che ha dimostrato che
Egli era ancora in pieno possesso delle sue forze, esclama: “Veramente, costui
era Figlio di Dio” (Matteo 27:54; Marco 15:39), e ancora: “Veramente,
quest’uomo era giusto” (Luca 23:47).
Questo
soldato, pur abituato alla guerra e alla sofferenza degli uomini, ha visto la
malvagità di tutti nei confronti di Gesù; ha assistito, per dovere, alla sua
crocifissione, ma Dio non aveva permesso quella circostanza invano. Egli ha
visto le tenebre stendersi su tutto il paese, ha visto il terremoto; ha sentito
le sette frasi pronunciate dal Signore sulla croce, ha udito la promessa fatta
al brigante pentito e la preghiera “Padre, perdona loro, perché non sanno
quello che fanno”. Di fronte a questi avvenimenti, il suo cuore è toccato; egli
riconosce Gesù come il Figlio di Dio, e con la sua bocca lo confessa (Romani
10:10).
Caro
lettore, non essere indifferente di fronte alla morte del Figlio di Dio!