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venerdì 25 dicembre 2020

Gloriarsi di che cosa?

“Il saggio non si glori della sua saggezza, il forte non si glori della sua forza, il ricco non si glori della sua ricchezza: ma chi si gloria si glori di questo...conosce me” 

Ger. 9:23-24.


Per convincere meglio i suoi lettori della verità della Parola di Dio, un fratello citava i nomi dei grandi sapienti che avevano onorato Dio con la loro fede: il fisico Faraday, il botanico Carlo Linneo, l'astronomo John Herschell, il chimico Simpson, il matematico Cauchy e molti altri.

Certo ci rallegriamo che tutti questi uomini facciano parte della grande famiglia della fede, ma non vorrei che questo fosse un argomento importante per decidersi di venire a Dio. La loro fede non ha più valore di quella del più umile credente. Hanno creduto, non perché erano molto intelligenti ma perché erano molto bisognosi esattamente come tutti gli altri e hanno avuto bisogno di diventare come dei piccoli fanciulli per ricevere la Parola di Dio con la fiducia di un semplice fanciullo. La loro intelligenza naturale, abituata a valutare ogni cosa sotto un profilo razionale, ha dovuto essere messa da parte perché era d'intralcio alla fede necessaria per credere.

Hanno fatto ciò che ha dovuto fare ognuno di noi. Hanno ricevuto la Parola di Dio con semplicità, senza questa si scontrasse con la loro sapienza. Avranno certamente dei motivi eterni di gloria ma non gli avranno a motivo della loro sapienza naturale ma per il fatto che conoscono Cristo come loro personale salvatore.