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venerdì 4 dicembre 2020

Un’ancora sicura e ferma

“Questa speranza la teniamo come un'ancora dell'anima, sicura e ferma, che penetra oltre la cortina, dove Gesù è entrato per noi quale precursore, essendo diventato sommo sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedec” (Ebrei 6:19-20).

Nella lettera agli Ebrei troviamo una similitudine unica nella Parola di Dio. La speranza del credente è paragonata ad un’ancora sicura e ferma. Un’ancora nautica sappiamo che è un oggetto di metallo, pesante, normalmente uncinato, utilizzato per trattenere un’imbarcazione in uno specchio d'acqua, perché non si muova qua e là, perché non vada ad urtare contro gli scogli o altri ostacoli. E’ importante soprattutto quando il mare è in tempesta! Ma i natanti hanno bisogno di un’ancora anche quando il mare è calmo, o si trovano in porto. Possiamo riflettere su un fatto importante: tutti gli uomini hanno bisogno di un’ancora. Normalmente si dice che tutti sono ancorati a qualche cosa. Gli uomini hanno bisogno di un’ancora che sia inamovibile, soprattutto quando il mare è agitato, quando tutto cede. Il periodo che stiamo vivendo, evidenzia in modo impietoso che siamo in un mondo che sta perdendo i punti di riferimento, sta brancolando nel buio, tutto è incerto, tutto cede, nulla è sicuro e fermo. Allora poniamoci una domanda: “Che ancora abbiamo? E poi: ”Che ancora possiamo trovare in questo mondo?”. Gli avvenimenti di questi ultimi mesi ci confermano un fatto: in questo mondo non abbiamo un’ancora sicura e ferma. Possiamo affermare che per avere stabilità e sicurezza abbiamo bisogno di un’ancora che si trova fuori da questo mondo, perché in questo mondo stabilità non ce n’è. Se ci riflettiamo è proprio quello che noi come credenti abbiamo! Perché? Dov’è la nostra ancora? È nel cielo. Questo è il significato dell’espressione utilizzata in questo passo “oltre la cortina”, vale a dire in quello che nel tabernacolo e nel tempio era identificato come il luogo santissimo. La nostra ancora è direttamente nel luogo della dimora di Dio. E potremmo chiederci: perché la nostra ancora è nel cielo? La nostra ancora è nel cielo perché il nostro Salvatore è già nel cielo, è risorto, è vivente! Questo fa traboccare i nostri cuori di gioia.

Il Signore Gesù è il nostro precursore. Questo termine “precursore” è l’unica volta che viene utilizzato nel Nuovo Testamento. Precursore vuole dire che se Lui è là, nel cielo, anche noi un giorno saremo là. È una parola che veniva utilizzato per gli araldi, oppure era il nome che definiva una piccola imbarcazione che scortava un’altra nave dentro il porto (oggi diciamo una pilotina); è un’espressione che identificava dei pionieri che preparavano un luogo conquistato, per altri che sarebbero arrivati dopo. E il Signore Gesù ha fatto proprio questo. Egli è là, nel cielo! La nostra ancora è nel cielo! Quindi se ci dovessero chiedere: “dove siete ancorati? La risposta è; “nel cielo”. A chi siete ancorati? Al Signore Gesù.

In questo mondo ci sono difficoltà, in questo momento c’è una grande tempesta; ma noi siamo invece ancorati a un luogo dove c’è sempre calma. In questo mondo non ci sono punti di riferimento, ma noi siamo ancorati a Colui che è “la roccia”. Siamo ancorati a qualcosa di stabile, abbiamo questa speranza là nel cielo, perché il Signore ha vinto la morte è risorto e perché è là come nostro precursore, alla presenza di Dio. Credo che sia qualcosa che debba riempire i nostri cuori di riconoscenza. E’ come se potessimo dire che la nostra ancora è già la, nel porto della nostra destinazione finale, dove un giorno approderemo. [46:12]La nostra speranza non è come la speranza umana. Non vi sono margini di incertezza. E’ un’aspettativa certa, perché si fonda sulle immutabili promesse di un Dio che è verità e che è fedele. Non vi sono dubbi. Possiamo essere riconoscenti ed esclamare anche noi: “Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo che nella sua grande misericordia ci ha fatto rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti per una eredità incorruttibile, senza macchia, e inalterabile. Essa è conservata in cielo per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la salvezza che sta per essere manifestata negli ultimi tempi” (1 Pietro 1:3-5). Abbiamo una speranza vivente, perché apparteniamo ad un Salvatore vivente e in Lui abbiamo un’eredità che non può essere deturpata, alterata e non perde di valore. Grazie siano rese a Dio che in Cristo abbiamo cose certe, una speranza che è come un’ancora sicura e ferma, perché non va verso il fondo del mare in tempesta, che è questo mondo, ma è rivolta verso il cielo, il luogo dove è il nostro Salvatore e dove un giorno saremo anche noi.