Quanto a me, il mio bene è stare unito a Dio; io ho fatto del Signore, Dio, il mio rifugio.
Salmo 73:28
Ma tu, quando preghi, entra nella tua
cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel
segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa.
Matteo 6:6
Pregare, significa avvicinarsi a Dio
Con la preghiera parliamo a Dio; Egli ci
ascolta e invita tutti gli uomini a rivolgersi a lui (Salmo 65:2; Isaia 45:22).
Per il credente, la preghiera è l’espressione della nuova vita che Dio dona a
chiunque mette la sua fiducia in Lui. La prima conferma della conversione
dell’apostolo Paolo è stata: “Ecco, egli è in preghiera” (Atti 9:11). La
preghiera manifesta una relazione personale con Dio, relazione di fede e di
sottomissione.
La preghiera del credente non è, in nessun
caso, un rito magico che darebbe un certo potere sugli altri o sugli eventi;
non è neanche un atto mistico nel quale si cerca di penetrare nella propria
vita interiore per raggiungere un qualche traguardo. No, la preghiera ci mette
semplicemente alla presenza di Dio. Quando il credente prega, non è solo, ma è
con il suo Dio, non pensa a se stesso, ma al suo Signore.
Ci sono diversi tipi di preghiera: la
supplica, il grido (“Signore, salvami”), il ringraziamento (“Signore, ti
ringrazio”), la lode di colui che trova la sua gioia in Dio, l’adorazione che
sale dai nostri cuori quando pensiamo alla grandezza del suo amore.
La preghiera ci permette anche di ricercare e conoscere la volontà di Dio
affinché, accettandola, possiamo compierla nella nostra vita. “Sia fatta la tua
volontà!”; Gesù ci ha insegnato a dirlo
nella preghiera che ha lasciato ai suoi discepoli. Cristo, prima di andare alla
croce dove doveva morire per noi, ha pregato il Padre usando queste stesse
parole.