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domenica 20 dicembre 2020

La medicina

Marx paragona la religione o la fede a una droga che si assume per sfuggire ai problemi presenti, al fine di farci rifugiare in un mondo irreale. Definisce la religione, un autoinganno. Lenin si espresse ancora più chiaramente al riguardo: “La religione è l’oppio del popolo”.

Come una madre che dà il ciuccio al suo bimbo che sta piangendo, al fine di tranquillizzarlo, facendogli credere così di essere sazio, costoro definiscono la fede come un’invenzione dell’uomo, con cui lo stesso si affida a un’illusione, ingannando per di più anche gli altri. Ma è proprio così? E' sufficiente autoconvincersi e tutto va a posto?

A volte, ho un problema di bruciori allo stomaco o di eccessiva acidità gastrica.

Allora vado dal farmacista e gli racconto di cosa soffro. Il farmacista apre un cassetto, prende una scatoletta e mi raccomanda un determinato medicinale. Mi spiega quante pastiglie devo prendere e in che orari. Convinto dalle parole ben argomentate dello specialista, compro le pastiglie ed esco dalla farmacia, con la certezza che quella medicina mi aiuterà. Questa è la mia confessione: credo che queste pastiglie aiutano a lenire il bruciore di stomaco. Le istruzioni dicono – «Antiacido. Indicazioni: Trattamento dell’ipercloridria che non danneggia la mucosa.»

Pensate che, da sola, la mia convinzione basterebbe a eliminare i miei dolori? Certamente no!

Supponiamo adesso che io stesso sia un esperto, che sappia spiegare la composizione chimica e il modo in cui agisce il trisilicato di magnesio e che potessi perfino trattarne nelle conferenze mediche; sparirebbe, solo per questo, la mia indisposizione di stomaco? Sicuramente no!

Voi stessi sapete cosa occorre fare: avendo fiducia che il farmacista sia un esperto in materia e, con la speranza che la casa produttrice non abbia messo cianuro al posto del composto di magnesio, devo assumere quelle pastiglie e lasciarle sciogliere in bocca, per provare dopo un po’ di tempo il miglioramento che la medicina apporterà al mio organismo.

Sicuramente in un primo momento devo cercare l’informazione, ma ciò che più conta, alla fine, è assimilare e mettere in pratica quelle conoscenze; altrimenti non potrò certo sperare di ricevere l’aiuto di cui ho bisogno.

Succede lo stesso con la fede biblica. La diagnosi corretta sul mio stato e l’esatta determinazione dell’unico rimedio, non mi aiuterà, se non prendo quel rimedio. Sapere di avere bisogno del perdono dei miei peccati e che Dio ha soddisfatto le condizioni necessarie per quel perdono, tramite la morte sostitutrice di suo Figlio Gesù Cristo, non è sufficiente, ma occorre anche che arrivi un momento nella mia vita in cui, finalmente, confiderò in Dio, mi conformerò alla sua parola, la accoglierò con gratitudine e mi approprierò del suo grande rimedio.

La fede biblica implica che si accetti sia la diagnosi sia il rimedio di Dio; che si sia convinti che Egli è la verità e, si abbia fiducia che adempirà la sua promessa: “Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” Giovanni 5:24.