Non sparlate gli uni degli altri, fratelli.
Giacomo 4:11
Come piume al vento
Un credente aveva fatto per molto tempo della
maldicenza sul conto di un suo amico. Un giorno, pentito, si recò da lui e gli
disse: “Ti chiedo scusa. Sono dispiaciuto di ciò che ho fatto. Riconosco di
aver commesso un errore. Spero che vorrai perdonarmi e mi piacerebbe che fosse
tutto finito...”. L’amico lo guardò fisso per qualche istante. “Io ti perdono e
desidero anch’io che sia tutto finito; specialmente il Signore lo desidera. Ma
devi prima fare una cosa: prendi questo cuscino di piume e sali sulla torre
della piazza. Quando sarai lassù, apri il cuscino e spargi le piume al vento.
Poi scendi, valle a raccogliere una ad una e rimettile nel cuscino. A lavoro
ultimato, me lo riporterai…”. Per la prima volta quell’uomo si rese conto che i danni della maldicenza sono quasi sempre
irrimediabili.
Quante volte dimentichiamo gli insegnamenti
della Parola di Dio! Forse perché la leggiamo poco, o perché, non lasciando
agire in noi lo Spirito Santo, non siamo veramente liberi dal dominio della
nostra carne e dei suoi impulsi naturali. Eppure, il Signore ci ha affrancati
dal peccato, ci ha liberati da ogni schiavitù perché lo potessimo servire con
integrità di cuore.
Le critiche e le maldicenze passano di bocca in bocca e trovano quasi
ovunque delle orecchie fin troppo attente. Così si sparpagliano rapidamente,
varcano la soglia di tante case, i confini di tanti paesi e non si fermano mai.
Anche se c’è stato un ripensamento, se tutto è veramente finito fra il
diffamatore e la sua vittima, o se chi ha commesso il fatto se n’è umiliato e
ha ottenuto il perdono del Signore, le voci purtroppo continuano a vagare.
(Da “La nostra lingua… un
fuoco!” Edizioni Il Messaggero Cristiano)