Un pittore ha rappresentato su una tela la scena seguente: un giovane è seduto davanti ad una scacchiera di fronte al suo compagno. Questi appare avvolto da un manto nero e mano che sta muovendo la pedina è scheletrica. E' la morte in persona. Le pedine del gioco sono disposte in modo tale da non lasciare più possibilità di vincita al giovane: la partita è persa. Sul volto del giovane si legge la disperazione. Il pittore ha intitolato il quadro scacco matto.
Vi siete mai resi conto ha che cosa andate incontro?
“...se un albero cade verso il sud o verso il nord, dove cade, là rimane” Eccles. 11:3.
L'albero è una figura dell'uomo. Si sviluppa verdeggia, lotta contro la siccità, resiste alle intemperie. Tutto questo per decenni ma, arriva il momento improvviso, inaspettato in cui un turbine di vento lo schianta ed esso si abbatte immobile al suolo. La sua fine è così segnata per sempre. La “partita “ è terminata.
Così anche l'uomo, si sviluppa fisicamente e intellettualmente. Lotta per la propria vita, affronta e supera difficoltà di ogni sorta. Avido di guadagno, non si cura d'altro che del proprio lavoro; avido di piaceri, si da al vizio fino ad abbattere ogni freno. Non si cura di Dio ne del suo avvenire eterno. Non tiene conto dell'avvertimento divino, semplice ed esplicito: “se non credete morrete nei vostri peccati” Giov. 8:24. Poi accade un evento , un'incidente improvviso, un virus inaspettato, una malattia terminale e si abbatte al suolo con il suo pesante carico di peccati. La morte ha fatto la sua ultima mossa ed è scacco matto.