“Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” Romani 6:23.
Nell'antica Roma, i magistrati dichiaravano innocente la persona accusata di un crimine mediante un gettone di legno, messo in un'urna, su cui era incisa una lettera dell'alfabeto, detta "littera salutaris" (lettera favorevole): era la lettera A come "absolvo" (io assolvo). Ma c'era anche la lettera C come "condamno" (io condanno).
Ogni essere umano, che ne abbia coscienza o no, è un colpevole nei confronti della santità e della giustizia di Dio. La sua condanna da parte di Dio è senza appello: egli merita di essere allontanato per sempre da Lui. Infatti nella Bibbia è scritto: "Non c'è nessun giusto, neppure uno... perché mediante le opere nessuno sarà giustificato davanti a lui (Dio)... infatti tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio" Romani 3:10,20,23.
Ma Dio, per amore verso gli uomini, ha mandato il suo Figlio, Gesù Cristo, con una missione precisa: pagare il debito di tutti quelli che credono in lui. Egli è venuto sulla terra portando il più grande messaggio d'amore e di perdono in favore dell'umanità colpevole. Lo ha scritto, lo ha inciso, non su un gettone, ma sul legno della croce, dove ha dato la sua vita per salvarci.
Questa croce porta, in un certo senso, la lettera A - io assolvo - per colui che crede in Gesù il Salvatore. Ma sarà un motivo di condanna, e porterà la lettera C, per chi rifiuta il Salvatore.
Chi vorrebbe condannare se stesso respingendo la lettera della grazia di Dio?