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mercoledì 8 maggio 2024

La storia dell’uomo povero e saggio (2/2)

Un uomo saggio.

L’uomo che ha salvato la città non aveva beni materiali, ma aveva altre cose: possedeva la saggezza e ha potuto salvare la città (v. 15). L’esatte circostanze della liberazione di questa città non ci sono riportate, ma vediamo nella saggezza di questo uomo una bella immagine del Signore Gesù: “Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio” (1 Corinzi 1:24). Il Signore Gesù è la “saggezza” impersonificata che può essere trovata da coloro che la cercano (Proverbi 8:12, 17) e riguardo a tutti coloro che l’hanno trovata Paolo scrive: “voi siete in Cristo Gesù, che da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione” (1 Corinzi 1:30).

Dalla sua infanzia, è stato detto del Signore Gesù “era pieno di saggezza” (Luca 2:40); a dodici anni si è seduto nel tempio fra i dottori della Legge facendo loro delle domande e “tutti quelli che lo udivano si stupivano del Suo senno e delle sue risposte” (Luca 2:47).

La Bibbia ci dice, quanto alla Sua giovinezza: “Gesù cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini” (Luca 2:52) e le persone si chiedevano stupite: “Da dove Gli vengono tanta sapienza e queste opere potenti?” (Matteo 13:54).

Infine la Sua grande saggezza si è manifestata nel fatto che non ha mai fatto niente che non fosse pertinente e intelligente; ha sempre fatto quello che bisognava fare al momento e nel modo più opportuno (Luca 23:41). Tuttavia, benché molti si meravigliassero della Sua saggezza, pochi credevano in Lui.


La salvezza per mezzo della saggezza.

In che modo si è manifestata la saggezza dell’uomo povero e saggio? Non ci è detto, ma il fatto che abbia salvato la città mette in risalto tutta la sua saggezza. La nostra salvezza mostra, nello stesso modo, l’immensa saggezza di Dio. Alla croce del Golgota essa brilla con splendore; là dove Satana pensava di aver riportato la più grande delle vittorie, di fatto ha subito la disfatta finale. Il Signore Gesù è stato crocifisso in debolezza, ma sulla croce ha vinto “con la Sua morte colui che aveva il potere sulla morte, il diavolo e ha liberato tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la vita” (Ebrei 2:14-15). Quella che sembra essere una infamante disfatta è in realtà un’eclatante vittoria. Sì là dove il Signore Gesù ha sofferto ed è morto in modo così indescrivibile, ha riportato la più grande vittoria. Con Paolo possiamo esclamare: “Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono inscrutabili i Suoi giudizi e ininvestigabili le Sue vie” (Romani 11:33).

La saggezza di Dio non si manifesta anche nel messaggio dell’Evangelo e attraverso coloro che credono? Il messaggio di Cristo crocifisso è: “per i giudei uno scandalo per i gentili pazzia” ma i credenti vi riconoscono la potenza di Dio: Paolo scrive: “Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione” (1 Corinzi 1:21).

Il mondo attuale con la sua propria saggezza è incapace di comprendere la saggezza di Dio (1 Corinzi 2:8). Soltanto una fede semplice può conoscere ed ammirare questa saggezza. Così coloro che credono al vangelo sono una testimonianza vivente della saggezza di Dio. A questo riguardo Paolo scrive: “Infatti, fratelli, guardate la vostra vocazione; non ci sono tra di voi molti sapienti secondo la carne, né molti potenti, né molti nobili; ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; …  perché nessuno si vanti di fronte a Dio” (1 Corinzi 2:26-29). Sì “In Dio stanno la saggezza e la potenza, a lui appartengono il consiglio e l’intelligenza” (Giobbe 12:13).


 Ci ricordiamo regolarmente di quello che il Salvatore ha fatto per noi?

Un uomo dimenticato.

Quando la piccola città è stata salvata dall’uomo povero e saggio, i suoi abitanti hanno dimenticato molto presto “l’autore della loro salvezza”; passato il grande pericolo il salvatore è stato completamente dimenticato: “Nessuno si ricordò di questo uomo povero” (v. 15).

È cambiato qualche cosa oggi? Il mondo che ha rifiutato il Salvatore, all’epoca della Sua venuta, lo rifiuta ancora oggi, Satana non risparmia nessun mezzo per cancellare il Suo ricordo e far credere che oggi è ancora nella tomba. Molti non conoscono neppure il Suo Nome. Chi pensa alla riconciliazione che il Signore Gesù ha fatto “mediante il sangue della Sua croce?” (Colossesi 1:20) Chi pensa all’alto prezzo che ha pagato “quale riscatto per tutti?” (1Timoteo 2:6) Anche fra coloro che conoscono il Suo Nome e si dicono cristiani pochi lo conoscono veramente come Signore e Salvatore. Alcuni apprezzano il lato caritatevole della Sua Persona ma non si curano in nessun caso delle Sue esigenze e dei Suoi interessi; “tutti cercano i loro propri interessi e non quelli di Gesù Cristo” (Filippesi 2:21). Che cosa ne è di noi, amici credenti? Ci ricordiamo regolarmente, anche durante la settimana, con cuore riconoscente di quello che il Salvatore ha fatto per noi? Ci ricordiamo della grande e difficile opera di redenzione che ha compiuto sulla croce del Golgota? Ci ricordiamo del grande prezzo che ha pagato per noi? Lui è l’oggetto della nostra lode e adorazione? I nostri cuori sono ripieni di Lui?


Essere liberati e dimenticare Colui che ci ha salvati, è possibile?

In memoria di Lui.

La fine di questo corto racconto è triste: “Nessuno si ricordò di questo uomo povero”. Com’è possibile? Essere liberati e dimenticarsi di Colui che ci ha salvato? La domanda si pone anche a noi oggi in rapporto a Cristo, di cui l’uomo povero e saggio è una debole immagine; quale è la nostra risposta verso Colui che è divenuto infinitamente povero per renderci ricchi per sempre? Quale posto occupa Colui che ci ha salvati per l’eternità grazie alla Sua grande saggezza? Prima di lasciare questa terra il Salvatore ha mostrato ai Suoi discepoli come dovevano ricordarsi di Lui durante la Sua assenza. “Poi prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, diede loro il calice dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, che è versato per voi” (Luca 22:19-20). Dopo la Sua ascensione in gloria, il Signore ha dato all’apostolo Paolo una rivelazione riguardo a questi stessi segni: “Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga” (1 Corinzi 11:26). Da allora questo è il grande privilegio di tutti coloro che amano il Signore Gesù di rispondere al Suo grande desiderio e di partecipare alla cena del ricordo ogni primo giorno della settimana (Atti 20:7). Ben presto verrà il momento in cui non avremo più da rispondere a questo desiderio del Signore sulla terra perché, in effetti, quando tornerà per prendere tutti i credenti ed introdurli nella casa del Padre questo tempo sarà finito. Saremo con Lui, “Lo vedremo come Egli è” (1 Giovanni 3:2). Ma per coloro che conoscono il desiderio “dell’uomo povero e saggio”, ancora oggi l’invito del Signore si fa udire. “Fate questo in memoria di Me”.  Caro lettore se non hai ancora risposto al desiderio di Colui che ti ha salvato … che cosa aspetti?