“Chi ha orecchi per udire oda”.
Il Signore pronunciò queste parole in più di una occasione. Sette volte nei vangeli ci viene ricordato che non è sufficiente avere le orecchie, ma è necessario usarle.
Nella parabola del seminatore il Signore pone l'accento sull'attenzione che ciascuno da alla Parola di Dio. Coma la si ascolta e come la si riceve.
Possiamo notare che in tutti e tre i casi il seme è il medesimo. Il seminatore è lo stesso seminatore. A cambiare non è il messaggio e nemmeno il messaggero, a cambiare è l'ascoltatore. Se la proporzione nella parabola è significativa, tre quarti del mondo non prestano ascolto alla voce di Dio.
Le nostre orecchie, a differenza dei nostri occhi, non hanno palpebre. Devono restare aperte, ma con quanta facilità si chiudono.
Quando Dio getta il suo seme nel tuo terreno, qual è il risultato?
La Bibbia non è un quotidiano da sfogliare, ma piuttosto una miniera da scavare.
“Figlio mio, se ricevi le mie parole e serbi con cura i miei comandamenti prestando orecchio alla saggezza e inclinando il cuore all'intelligenza...se la cerchi come l'argento e ti dai a scavarla come un tesoro, allora comprenderai il timore del SIGNORE e troverai la scienza di Dio.” Proverbi 2:1-5.
Il “figlio” è esortato a prendere a cuore l'insegnamento del Padre e a serbare con cura le Sue parole.
Orecchie e cuore devono essere ugualmente aperti. Il figlio dovrà essere un ascoltatore attento. Dinanzi agli insegnamenti della Parola di Dio dovremmo avere la stessa determinazione e impegno che avremmo dinanzi ad una miniera d'oro o d'argento.