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mercoledì 12 novembre 2014

12 novembre

Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.
Giovanni 3:36

Il Cristo… divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore di salvezza eterna.
Ebrei 5:9

Per fede Abraamo, quando fu chiamato, ubbidì.
Ebrei 11:8

La fede cristiana è ubbidienza

Credere è confidare in Dio ed è anche ubbidire a quello che chiede. Facciamo un esempio. Se un medico mi ha prescritto una medicina, non mi basta credere che essa sia efficace; bisogna che io la prenda, se voglio essere guarito. Dopo aver riconosciuto che le promesse di Dio sono vere e che Egli è degno di fiducia, bisogna farsi avanti, ubbidire. Del resto, se confidiamo veramente in Dio non potremo non fare quello che ci dice.
Così, credere è la risposta personale all’invito di Dio. È la risposta di uno che si pente, che riconosce di essere colpito dalla malattia mortale del peccato, e che accetta il mezzo offertogli da Dio per essere salvato. Credere è dunque un movimento del nostro cuore, la parte più profonda del nostro essere, verso Dio, perché accettiamo le sue testimonianze d’amore e abbiamo fiducia in lui.

La fede non è dunque una conoscenza solo intellettuale che illumina l’intelligenza senza cambiare la vita. No, la fede impegna interamente il nostro essere nei confronti di Dio. È convinzione (il mio pensiero), fiducia (la mia sensibilità), ubbidienza (la mia volontà), amore (i miei sentimenti). Leggendo la Bibbia, ricevo nel mio essere interiore la Parola di Dio, che produce in me delle certezze. Confidando nelle sue promesse, faccio l’esperienza della fedeltà di Dio. Ubbidendo a Dio, lo onoro e dimostro agli altri la realtà della mia fede.