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giovedì 6 novembre 2014

Un’umiliante sconfitta – Giosuè 7:1/26


Dopo Gerico il popolo di Dio scoprirà, per esperienza, la grande debolezza che lo caratterizza avendo dimenticato la dipendenza da Dio.

Ø  Il peccato di Acan
Bastano tre parole per definire il peccato di Acan: visto, desiderato e preso (21), così come Eva vide che il frutto era buono per nutrirsi, bello da vedere e desiderabile per acquistare conoscenza e lo prese (Ge 3:6). Giacomo afferma che ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo adesca e dopo aver concepito il peccato, lo partorisce; il peccato, quando è compiuto produce la morte (Gm 3:14/15). La vista di un “bel mantello di Scinear”, è l’effetto scatenante a cui segue l’appropriazione di oro e argento (24) e l’inutile tentativo di nascondere il peccato, come avevano fatto Adamo ed Eva (Ge 3:7/8).
Tuttavia il peccato non può rimanere nascosto a Dio i cui occhi sono troppo puri per sopportare la vista del male (Ha 1:3).

Ø  La complicità della famiglia
Acan aveva nascosto tutto il bottino “in mezzo alla tenda” (21) e la sentenza di morte pronunciata anche sui suoi figli e figlie (24) ci fanno intendere che fossero a conoscenza del fatto. Il peccato di Acan ha, così, coinvolto la sua famiglia prima di coinvolgere tutto il popolo.

Ø  Gli errori del popolo
Anche Giosuè ed il popolo hanno contribuito alla disfatta dimenticando di coinvolgere Dio nella battaglia. Senza esitazione Giosuè parte dopo una valutazione personale delle spie (3), senza conoscere la volontà di Dio, ma sarà messo in rotta dalla gente di Ai (4/5), costretto, così, a voltare le spalle al nemico (8).

Ø  Confessione e giudizio del peccato
Che fare se non umiliarsi davanti a Dio (6/9)? E Dio dà subito quelle disposizioni necessarie perché tutto possa essere ristabilito: consapevolezza del peccato, giudizio del colpevole, in una parola: santificazione (13)! Le risorse della grazia sono infinite, ma occorre che il peccato sia confessato e giudicato. Tutto il popolo viene passato in rassegna. Quale sarà stato l’atteggiamento di questo popolo? Forse lo stesso di timore e di incredulità dei discepoli quando il Signore stava per rivelare il traditore (Mt 26:22) perché sotto lo sguardo della santità di Dio tutti abbiamo da temere anche quando la nostra coscienza non ci accusa di peccato.


Gerico ed Ai rappresentano gli alti e bassi della vita di un credente. Esperienza spesso necessaria, ma evitabile se seguiamo un cammino di santificazione personale e collettiva.



D.C.