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sabato 29 novembre 2014

“Passiamo all’altra riva” - Matteo 14:22:36


I discepoli sono stati da poco testimoni della potenza del Signore che ha sfamato la folla e, tuttavia, quando le onde si scatenano sulla loro barca stentano a riconoscerLo. Le difficoltà della vita, i combattimenti a volte spossanti possono far dimenticare anche a noi di aver ricevuto in precedenza segni evidenti della Sua bontà e la consapevolezza che ogni cosa è diretta da Lui.

Ä  Riconoscere il Signore
È solo dopo essere stati liberati dal vento e dalle onde che i discepoli riconoscono il Signore.
È possibile dare a questo fatto un duplice significato: da una parte un credente può realizzare l’intervento del Signore in una circostanza penosa, non nel corso della prova stessa, ma più tardi, perché la sofferenza è stata come un velo all’inizio e un’esperienza benedetta in seguito; dall’altra vedremo solo al termine del nostro viaggio terreno come il Signore ha diretto la nostra vita anche se a volte essa ci è apparsa misteriosa.

Se da un lato il Signore non è stato riconosciuto subito, dall’altro possiamo vedere la premura del Signore nel farsi riconoscere. La sua voce, familiare a coloro che lo conoscono, ha parole rassicuranti: “coraggio, sono io” (27) e la fede che si appoggia alla Sua parola: “vieni” (29), porta Pietro ad andare verso Colui che lo ama.

Ä  Mancanza di fede
Ma perché questa fede iniziale viene a mancare e Pietro sta per affondare (30)? Perché Pietro ha spostato i suoi occhi per guardarsi intorno e vedere ciò che il vento produceva (30) sul mare, come se fosse stato più facile camminare su un mare calmo che su un mare in tempesta ma al grido: “Signore salvami” (31) Egli interviene in suo soccorso.

Nella vita possiamo trovarci spesso “nella tempesta”, ma non dobbiamo dimenticare mai che il Signore viene verso di noi (25) e ci incoraggia ad affrontare tutte le circostanze in modo coraggioso e senza paura (27), perché Lui è lì e vuole salire sulla nostra barca (32). Solo allora la sua presenza porterà la calma che ci permetterà di arrivare “all’altra riva” (22).

Facciamo nostre le parole del salmista: “Egli riduce la tempesta al silenzio e le onde del mare si calmano” (Sl 107:29/30).


D.C.