Giovanni Battista era stato imprigionato e questi versetti ci forniscono
le motivazioni di questo arresto: non aveva temuto di riprendere Erode per la
relazione che aveva con la moglie di suo fratello Filippo (3/4).
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La morte di
Giovanni Battista
Ora il fedele testimone paga con la vita la verità che ha avuto il
coraggio di dire al re. La sua morte fa parte dei divertimenti e delle feste
della corte reale; essa è l’orribile salario del piacere che il re malvagio si è
offerto. Ben si addicono a lui le parole di Giacomo “sulla terra siete vissuti sfarzosamente e nelle baldorie sfrenate”
(Gm 5:5). Umanamente parlando è una fine tragica ed anche terribile. Chi di noi
desidererebbe una carriera con una simile fine? Ma agli occhi di Dio è questo
il glorioso compimento di ciò che è chiamata “la sua missione” (At 13:25).
L’arma del carnefice lo fa entrare nel riposo eterno. I suoi discepoli
lo seppelliscono poi informano il Signore (12). La “lampada ardente e splendente” (Gv 5:35) di cui avevano goduto per
breve tempo si spenge, per fare posto alla “vera luce” che può consolarli.
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Opportunità
perdute!
Erode aveva udito “la fama di Gesù”
(1), ma, anziché fermarsi a riflettere e ricercare un incontro con Gesù, preferisce
fantasticare sulle “potenze miracolose”
(2). Eppure, alla sua corte vi erano persone che avevano seguito il Signore.
- Giovanna, la moglie di Cuza il suo amministratore, dalla quale il
Signore aveva cacciato dei demoni, ora Lo assisteva coi suoi beni (Lu 8:3),
- Manaem, suo amico d’infanzia (At 13:1), sarà fra i profeti e dottori
della chiesa di Antiochia.
Possiamo essere certi che Erode conoscesse bene questi testimoni e di
come la loro vita era cambiata, ma non ha voluto fare niente per seguire la
stessa sorte, anzi, al contrario, la sua terribile morte avverrà “per non aver dato gloria a Dio” (At
12:23).
Può apparire
strano il rifiuto di così tante testimonianze ed opportunità offerte ad un
individuo, ma tale è la posizione di moltitudini di uomini ancora oggi. Il loro
rifiutò, però, non ci deve scoraggiare nel presentare la persona di Cristo.
D.C.