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martedì 25 novembre 2014

Un re dal cuore triste – Matteo 14:1/12

Giovanni Battista era stato imprigionato e questi versetti ci forniscono le motivazioni di questo arresto: non aveva temuto di riprendere Erode per la relazione che aveva con la moglie di suo fratello Filippo (3/4).

Ä  La morte di Giovanni Battista
Ora il fedele testimone paga con la vita la verità che ha avuto il coraggio di dire al re. La sua morte fa parte dei divertimenti e delle feste della corte reale; essa è l’orribile salario del piacere che il re malvagio si è offerto. Ben si addicono a lui le parole di Giacomo “sulla terra siete vissuti sfarzosamente e nelle baldorie sfrenate” (Gm 5:5). Umanamente parlando è una fine tragica ed anche terribile. Chi di noi desidererebbe una carriera con una simile fine? Ma agli occhi di Dio è questo il glorioso compimento di ciò che è chiamata “la sua missione” (At 13:25).
L’arma del carnefice lo fa entrare nel riposo eterno. I suoi discepoli lo seppelliscono poi informano il Signore (12). La “lampada ardente e splendente” (Gv 5:35) di cui avevano goduto per breve tempo si spenge, per fare posto alla “vera luce” che può consolarli.

Ä  Opportunità perdute!
Erode aveva udito “la fama di Gesù” (1), ma, anziché fermarsi a riflettere e ricercare un incontro con Gesù, preferisce fantasticare sulle “potenze miracolose” (2). Eppure, alla sua corte vi erano persone che avevano seguito il Signore.
-      Giovanna, la moglie di Cuza il suo amministratore, dalla quale il Signore aveva cacciato dei demoni, ora Lo assisteva coi suoi beni (Lu 8:3),
-   Manaem, suo amico d’infanzia (At 13:1), sarà fra i profeti e dottori della chiesa di Antiochia.
Possiamo essere certi che Erode conoscesse bene questi testimoni e di come la loro vita era cambiata, ma non ha voluto fare niente per seguire la stessa sorte, anzi, al contrario, la sua terribile morte avverrà “per non aver dato gloria a Dio” (At 12:23).

Può apparire strano il rifiuto di così tante testimonianze ed opportunità offerte ad un individuo, ma tale è la posizione di moltitudini di uomini ancora oggi. Il loro rifiutò, però, non ci deve scoraggiare nel presentare la persona di Cristo.


D.C.