Questo salmo esprime la lode di coloro che
conoscono l’obbrobrio di Cristo in un mondo che li disprezza e trovano nel loro
Signore le risorse per far fronte a questa situazione.
Questo Salmo ci insegna la dipendenza.
Il credente alza i suoi occhi verso Dio nel sentimento che
tutte le risorse sono in Lui. È ciò che il Re Giosafat sperimenta al momento di
scendere in guerra contro i Moabiti: “…
noi siamo senza forza … ma gli occhi nostri sono su di te!” (2 Cr 20:14).
Ø Il credente nel mondo
Il credente si trova a vivere in un mondo che lo
disprezza e lo schernisce in ogni circostanza, a maggior ragione se serve
fedelmente il suo Signore. Consapevole di non potersi attendere nulla dagli
uomini, Paolo diceva ai credenti di Corinto: “siamo diventati, e siamo tuttora, come la spazzatura del mondo, come il
rifiuto di tutti” (2 Co 4:13).
Il cuore del riscattato è, così, portato ad
affidarsi interamente a Dio quando sente il peso di questa oppressione, alza il
suo sguardo e per la fede vede Colui che “siede nel cielo” (1) trovando in Lui
la forza, il coraggio per proseguire il cammino.
Ø Fiducia e protezione
In mezzo al disprezzo ed allo scherno, il credente
prende questa bella attitudine di un servitore che si aspetta attenzioni e
protezione e soccorso dalla mano di Colui che serve con fedeltà. Il versetto 2
esprime questi sentimenti di fiducia e di sudditanza che lo portano a poter
contare sulla protezione del padrone.
Gli orgogliosi ed i superbi che scherniscono e
disprezzano i credenti c’erano ai tempi del salmista come ci sono oggi. Nulla è
cambiato da questo punto di vista, ma l’anima del credente rinnova ogni giorno
le sue forze riguardando verso il cielo, al Signore.
D.C.