Via da voi ogni amarezza, ogni cruccio e ira e
clamore e parola offensiva con ogni sorta di cattiveria! Siate invece benevoli
e misericordiosi gli uni verso gli altri.
Efesini
4:31
Ogni uomo sia pronto ad ascoltare, lento a
parlare, lento all’ira; perché l’ira dell’uomo non compie la giustizia di Dio.
Giacomo
1:19
Pericolo
dell’ira
Le ricerche nel
campo dell’aggressività hanno dimostrato che questa aumenta quando è
incoraggiata e sostenuta. È errato sostenere che l’aggressività diminuisce se
si lascia esplodere la collera. L’ira non dominata è un comportamento
distruttivo; far saltare, brutalmente, la valvola e dar libero corso alla
propria collera, porta spesso a manifestare malvagità ed a ferire il nostro
prossimo. L’ira repressa e tenuta in serbo è altrettanto pericolosa; è una
delle cause principali delle difficoltà familiari e dei conflitti nelle aziende
e nelle comunità.
Allora, che
fare? Prima di tutto riconoscere davanti a Dio che l'ira è un peccato che
dev'essere confessato davanti a lui; poi pregare perché Dio ci insegni a
canalizzarla, ossia a identificarne le cause reali, a saperle esprimere con
intelligenza e moderazione, e a cercare una soluzione con Lui. Reprimere l'ira
senza questa presa di coscienza davanti a Dio non fa altro che produrre rancori
e sentimenti di amarezza con possibili riflessi sullo stato di salute.
Un sentimento
d'indignazione è legittimo davanti a tutto quello che offende il Signore.
“Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra la vostra ira” ci dice
l’apostolo Paolo (Efesini 4:26). Ma in tutte le nostre relazioni, impariamo a
controllarci e a perdonarci gli uni gli altri; l'autocontrollo non è forse un
frutto dello Spirito? (Galati 5:23).