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sabato 22 novembre 2014

“Noi non ti ubbidiremo” - Geremia 44:1/19

Geremia ricorda il giudizio che Dio  aveva esercitato su Gerusalemme e le città di Giuda e  come, ora, erano ridotti questi luoghi (2).
La ragione che lo porta a parlare così è la loro insistente idolatria. Essi non avevano cessato di bruciare incenso ad altri dei malgrado gli avvertimenti dei profeti che invitavano il popolo a cessare quelle cose che erano abominevoli agli occhi di Dio (4). Ora, anche in Egitto agivano nella stessa maniera.
E ora, perché vai per la via che conduce in Egitto? Per andare a bene l’acqua del Nilo?” aveva chiesto Dio all’inizio di questo libro (2:18), conoscendo bene le ragioni per cui non voleva che il Suo popolo scendesse in quel paese dai mille idoli: si sarebbe corrotto ancora di più. Possiamo essere certi che se Dio mette un ostacolo nel nostro cammino è perché vuole solo proteggerci contro i pericoli che Lui conosce, anche se, al momento, noi non ne comprendiamo i motivi. Insistendo nella nostra volontà noi possiamo solo farci del male (7).

Ø  “perché …?”, “avete forse dimenticato?”
Dio pone delle domande sul perché di questo atteggiamento insistente: “perché commettete questo gran male contro voi stessi?” (7), “perché provocate la mia ira?” (8), ma una domanda ancora più seria: “avete forse dimenticato?” (9). “Uomini superbi” (43:2), “gente dal collo duro” (At 7:51), alle quali le penose lezioni ricevute nel tempo non erano servite a manifestare un benché minimo pentimento. Niente, come il proprio orgoglio, conduce così rapidamente alla disobbedienza ed alla ribellione.

Ø  La regina del cielo.
Deliberatamente il popolo sceglie di servire gli idoli, così come avevano fatto i loro padri e non hanno vergogna di dichiararlo. Ormai è ribellione aperta contro Dio. Come era cambiato l’atteggiamento di quel popolo che, “salendo dall’Egitto verso Canaan”, seguendo i suoi conduttori, aveva preso una solenne decisione: “lungi da noi l’abbandonare il SIGNORE per servire altri déi … noi serviremo il SIGNORE, perché lui è il nostro Dio” (Gs 24:16/18), mentre questi, ora, attribuivano la loro miseria attuale all’aver cessato di offrire profumi “alla regina del cielo” (17)

Quante persone ancora oggi ragionano allo stesso modo: “Dio non mi ha dato ciò che io desideravo, perciò mi rivolgo altrove, a falsi dèi i quali, certamente, non mi rifiuteranno niente”. Questi versetti ci portano a riflettere sulla miseria del cuore dell’uomo al quale Satana ha accecato la mente (2 Co 4:4).

D.C.