Ø Un trattamento di favore
Nabucco
aveva dato ordini specifici riguardo a Geremia (39:11/12): avere un occhio di
riguardo per il profeta: vegliare affinché non gli fosse fatto alcun male ed
agire verso di lui come avrebbe desiderato.
Il
capo delle guardie lo trova, lo libera e lo incoraggia ad andare a Babilonia
dove avrebbe avuto cura di lui, ma aggiunge: “ma se non gradisci di venire con me a Babilonia, rimani qui; ecco,
tutto il paese ti sta davanti; va’ dove ti piacerà e ti converrà di andare”
(40:4).
Geremia,
ormai alla fine della sua carriera, – ha ormai circa sessanta anni – è posto
davanti ad una scelta: andare a Babilonia, dove potrà beneficiare dei favori
del re, ritrovare i suoi giovani amici Daniele, Ezechiele e tanti altri
deportati in precedenza e dove potrà gioire di una vita relativamente
tranquilla, oppure restare con i poveri del paese che il re ha lasciato in vita
in Palestina e continuare il suo servizio di profeta in mezzo al popolo.
Ø La scelta di Geremia
Nebuzaradan
pone davanti a Geremia la sua scelta: “tutto
il paese ti sta davanti va’ dove ti piacerà e ti converrà andare”. Non è un
po’ come le tante scelte che si pongono davanti a noi? Geremia resta silenzioso
e Nabuzaradan lo incalza aspettandosi forse di vedere accogliere la generosa
offerta del re di Babilonia, ma Geremia sceglie di stare con Ghedalia, in mezzo
al suo popolo “che era rimasto nel paese”.
Ha preferito rimanere con i poveri del popolo di Dio, condividere le loro
miserie, anziché beneficiare dei favori del monarca più potente del momento.
E noi cosa avremmo
scelto?
Ø Le azioni di Ghedalia
Quest’uomo,
stabilito capo del popolo, esorta a sottomettersi ai vincitori, (9) poi incoraggia a raccogliere vino, frutta
estiva e olio che Dio, nella Sua grazia, aveva dato in grande abbondanza. Essi
sono come le formiche che sono un “popolo
senza forza” (Pv 30:25) ma che è benedetto da Dio.
Poi, informato
di un complotto nei suoi confronti, agirà con rettitudine impedendo un
assassinio sotto pretesto di impedire il suo, ma peccherà di imprudenza
sottovalutando il nemico.
Siamo
chiamati a non supporre il male (1 Co 13:5), ma la vigilanza è sempre
necessaria quando dei lupi rapaci si presentano sotto le vesti di pecore (Mt
7:15).
D.C.