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giovedì 13 novembre 2014

13 novembre

Fino a quando griderò, o Eterno, senza che tu mi dia ascolto? Io grido a te: “Violenza!” e tu non salvi.
Abacuc 1:2

Avete udito parlare della costanza di Giobbe, e conoscete la sorte finale che gli riserbò il Signore, perché il Signore è pieno di compassione e misericordioso
Giacomo 5:11

Due giorni d’attesa

Lazzaro è gravemente ammalato. Le sue sorelle, Marta e Maria, mandano un messaggio a Gesù: "Signore, ecco, colui che tu ami è malato". Che messaggio toccante e discreto! Le donne conoscono l’affetto di Gesù per il suo amico. Non verrà subito in suo aiuto? Eppure, prima di mettersi in cammino, Gesù rimane ancora due giorni nel luogo dove si trovava. Per le sorelle questo ritardo è incomprensibile. Il loro fratello muore e Gesù arriva troppo tardi. Perché questo tempo perso? Perché la morte? Marta non può trattenere un rimprovero: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto” (Giovanni 11:21). Maria pronuncia le stesse parole, gettandosi in lacrime ai piedi di Gesù.
Non ci sono anche per noi dei “perché?” che ci assalgono quando siamo confrontati con la sofferenza, il lutto, la separazione? Dio sarebbe potuto intervenire! Perché non lo ha fatto? È indifferente alla sofferenza? Perché Gesù è rimasto ancora due giorni prima di andare? Perché Dio voleva manifestare che la sua potenza, che non si limitava a guarire un malato, ma poteva anche risuscitare un morto. La gloria di Dio è stata manifestata attraverso la sofferenza di quella famiglia.

Amici cristiani, non tutte le nostre pene terminano con un miracolo sorprendente. Per questo, faremo forse dei rimproveri a Dio? “Se tu fossi intervenuto! Se le cose fossero andate diversamente!” Dobbiamo avere la certezza dell’amore di Gesù e saper discernere dietro le nostre circostanze, a volte tanto penose, la grandezza e la bontà di Dio, come pure la realtà delle sue compassioni.