Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca. Come l’agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca.
Isaia 53:7
In mano agli uomini
Da Getsemani alla croce
Si fa notte, dei soldati arrestano Gesù. Lo
legano e lo portano da Anna, parente del sommo sacerdote. Lì lo colpiscono al
volto per la prima volta. Poi, da Caiafa, dove sono radunati i capi sacerdoti,
parecchi falsi testimoni lo accusano: Ha detto di essere Figlio di Dio, quindi
ha bestemmiato. Ma Lui non risponde. Tutti lo condannano e vogliono la Sua
morte. Gli sputano in faccia. Lo percuotono. Pietro lo rinnega tre volte.
Poi lo consegnano al governatore romano, Pilato, che
lo giudica innocente e lo manda da Erode, che lo tratta con disprezzo, gli
mette addosso per derisione un magnifico mantello. Erode lo rimanda a Pilato.
Il governatore tenta di liberarlo. Invano.
Gesù è rivestito di porpora, coronato di spine ed
esposto così alla folla. Tutti reclamano la liberazione di Barabba, un omicida,
e chiedono la crocifissione di Gesù. Pilato lo fa flagellare. Dei soldati lo
circondano nel cortile del palazzo. Lo spogliano della porpora e gli rimettono
le Sue vesti. Gesù resta in silenzio. Viene portato fino al Golgota e lì è
crocifisso.
Quest’uomo di nome Gesù è nientemeno che il Figlio di Dio! Perché non ha opposto
resistenza? Perché non ha fatto valere la Sua innocenza? “Cristo ha
sofferto per voi” (1 Pietro 2:21).
“Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui
giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio” (1 Pietro 3:18).