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giovedì 20 gennaio 2022

Diritto di grazia

Nel mondo la possibilità di esercitare questo diritto è appannaggio solo di alcuni capi di stato o presidenti di una nazione. Viene esercitato raramente e secondo parametri spesso discutibili. In Italia la grazia viene concessa dal Presidente della Repubblica con atto controfirmato dal Ministro della Giustizia. Presupposto della grazia è che può essere concessa  solo su specifica domanda del condannato.

Sono tristemente noti due personaggi che si sono sempre dichiarati contrari ad esercitare questo diritto condannando a morte popolazioni intere, persone inermi, colpevoli solo di appartenere ad un altra etnia.

Pol Pot ,considerato uno dei più spietati dittatori del novecento, fu diretto ispiratore e responsabile della tortura e del massacro di 3.300.000 di uomini e donne. Tale è il numero  di vittime secondo la stima data dal governo vietnamita. 

Lon Nol, prima magistrato poi  capo di stato maggiore dei Khmer, responsabile dello sterminio di 2.500.000 persone.

In entrambi i casi non ebbero nessun scrupolo né esitazione, rifiutandosi sempre di esercitare  il loro diritto di grazia verso coloro che stimavano essere dei “nemici”, malgrado le  insistenti richieste che venivano da ogni parte del il mondo. Possiamo immaginare la disperazione di queste popolazioni consapevoli che la loro sentenza sarebbe stata emessa da giudici malvagi che non avrebbero concesso loro nessuna possibilità di salvezza. 

Non siamo qui per giudicare le azioni di questi due uomini, non spetta a noi farlo. Ma entrambi avranno già avuto a che fare con un giusto Giudice. E quando, varcata la soglia dalla quale non si ritorna, spogliati di tutti i loro titoli, privati di tutta la loro autorità, del loro potere, compariranno in giudizio cosa accadrà? Cosa saranno davanti a Dio? Colpevoli come gli altri, più grandi degli altri, alla mercé di un Giudice che a suo tempo aveva desiderato fare grazia a tutti gli uomini ma che adesso non potrà più esercitare quel diritto.

“Infatti, mentre noi eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi...Se infatti, mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo, tanto più ora, che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita” Romani 5:6,10.

Solo l'amore di Dio può agire favorevolmente “mentre eravamo nemici”  e lo eravamo veramente.  Le nostre azioni lo testimoniavano, come pure le nostre parole e i nostri pensieri.

Però Dio ha agito con grazia non richiedendo niente da parte nostra, perché niente potevamo fare. E' intervenuto nella nostra vita “mentre noi eravamo senza forza”.

Lo ha fatto al momento opportuno “Cristo a suo tempo è morto”. Si è trattato del momento più favorevole di tutta la storia umana per realizzare e far conoscere a tutti gli uomini la sua grazia e la redenzione che si ha in Cristo Gesù.

E' misericordioso. Sebbene non meritassimo nulla Cristo “è morto per gli empi”

“Difficilmente uno morirebbe per un giusto; ma forse per una persona buona qualcuno avrebbe il coraggio di morire; Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” ver. 7-8.

Un amore che giunge fino a offrirsi in cambio di nemici colpevoli. Un amore assolutamente unico non riscontrabile fra gli uomini “Dio invece mostra la grandezza del proprio amore”.

Perciò l'amore di Dio evidenzia l'assoluta gratuità della sconfinata grazia di Dio. Egli è veramente qualcosa di infinito.