Immaginate che questa mattina, nella vostra cassetta della posta, sia presente una lettera indirizzata proprio a voi che state attraversando delle difficoltà e che si esprima così: Voi che siete provati dalla malattia, dal lutto o da qualsiasi altra pena, non siate scoraggiati: la vostra tribolazione è momentanea e leggera. Ecco ancora uno di quei “consolatori molesti” (Giobbe 16:2), qualcuno dirà forse a questo punto. Parla così chi non è nella prova e forse non lo è mai stato. Facile incoraggiare gli altri quando a noi le cose vanno bene.
Vi sbagliate. Chi parla così è stato provato come pochi altri uomini. E' stato imprigionato ingiustamente molte volte, cinque volte ha ricevuto dai Giudei “quaranta colpi meno uno; tre volte sono stato battuto con le verghe; una volta sono stato lapidato; tre volte ho fatto naufragio; ho passato un giorno e una notte negli abissi marini. Spesso in viaggio, in pericolo sui fiumi, in pericolo per i briganti, in pericolo da parte dei miei connazionali, in pericolo da parte degli stranieri, in pericolo nelle città, in pericolo nei deserti, in pericolo sul mare, in pericolo tra falsi fratelli; in fatiche e in pene; spesse volte in veglie, nella fame e nella sete, spesse volte nei digiuni, nel freddo e nella nudità” 2 Cor. 11:24-27. Quest'uomo è l'apostolo Paolo, che dice: “Io ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che dev'essere manifestata a nostro riguardo” Romani 8:18. Sapeva ben distinguere le cose della terra da quelle del cielo, il tempo presente dall'eternità avvenire, e questi due tipi di cose non si possono confrontare.
Il più grande degli apostoli ci appare con la schiena lacerata dalle frequenti flagellazioni, il corpo consumato dalla fame, dalla sete e dalle intemperie. Un uomo nudo e infreddolito, perseguitato dai Giudei e dagli stranieri, cacciato da un posto all'altro senza fissa dimora. Era preoccupato sì ma non per le sue condizioni ma era: “assillato ogni giorno dalle preoccupazioni che mi vengono da tutte le chiese” ver. 28. Questo è significativo che tale pensiero fosse in cima alla lista. Un pensiero che non riguardava se stesso ma gli altri. Voleva approfittare di tutto il tempo presente, di ogni istante, senza perdere un solo attimo, nonostante le tutte le avversità, egli voleva che il suo sguardo continuasse ad essere fisso su le cose che sono eterne e che restano. Su ciò che Dio voleva: che possiamo essere di aiuto agli altri in ogni circostanza. Tutti coloro che sono stati abbassati nelle sofferenze a motivo di Cristo saranno innalzati nel cielo.