Dio... comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano, perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell’uomo ch’egli ha stabilito.
Atti 17:30-31
Apocalisse
L’Apocalisse ha
invaso il nostro immaginario contemporaneo. Le fictions di questi ultimi anni presentano spesso eventi terribili,
guidati da un capo superpotente malvagio e mostruoso, catastrofi ineluttabili,
improvvisi cataclismi distruttori in molti casi ispirati ad alcuni gravi fatti
verificatisi in questi ultimi decenni. Tutto questo denota l’angoscia profonda
dell’uomo davanti al proprio futuro in un momento in cui i già precari
equilibri del pianeta sono gravemente minacciati.
Ma questo termine
“Apocalisse”, nome dell’ultimo libro della Bibbia, oggi è usato impropriamente
perché il suo vero significato è “Rivelazione”.
In questo Libro, Dio,
di cui abbiamo conosciuto la bontà, l’amore e la grazia, si rivela come autore
di spaventosi giudizi. Giudizi talmente terribili che il termine “apocalisse”
ha assunto il significato che oggi gli è attribuito.
Dio è un Dio
redentore. Mediante Gesù Cristo offre la salvezza e il perdono ad ogni uomo che
si pente. Ma Dio è anche un Dio di
giustizia e di verità, che ha il peccato in orrore e che non può rimanere
indifferente davanti ai peccati commessi da un’umanità che vive senza di Lui.
La Sua pazienza non sarà infinita, e le Scritture affermano solennemente che un
giorno giudicherà il mondo.
L’annuncio di questi
giudizi offre a ciascuno di noi l’occasione di porsi un serio interrogativo
sulla nostra situazione nei confronti di Dio, e anche sulla fine dell’uomo e
del mondo.