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sabato 1 gennaio 2022

Castelli di sabbia

Quest'anno, come spesso accade, ho trascorso un breve periodo di vacanze con la mia famiglia al mare.

Sole caldo, aria salmastra, onde ritmiche e un po' di riposo.

Davanti a noi, un ragazzino, con tanto di secchiello e paletta era intento a costruire un castello di sabbia. Inginocchiato presso la riva del mare pigiava la sabbia nel suo secchiello poi lo rovesciava e con cura e impegno, come un piccolo architetto, portava avanti la sua costruzione. Lavorerà tutta la mattina scavando il fossato e tirando su le mura, le conchiglie saranno le finestre e dei legnetti adorneranno le mura.

Un uomo è seduto alla sua scrivania in un ufficio ben arredato, davanti a se ha una pila di documenti. Tiene il ricevitore del telefono sulla spalla e con le dita batte sulla tastiera. I numeri vengono digitati e i contratti vengono firmati. Lavorerà tutta la vita formulando progetti, facendo bilanci e previsioni. Le rendite saranno le sue torri e i numeri le sue mura.

Sono due costruttori di castelli, hanno molto in comune sono entrambi impegnati a costruire castelli, castelli di sabbia. Sono diligenti, determinati e per entrambi la marea salirà e verrà la fine, ma è qui che la similitudine cessa, perché il bambino vede la fine mentre l'uomo la ignora. Il bambino è li consapevole che la marea si alzerà, centimetro dopo centimetro, ogni onda salirà infrangendosi sempre più vicina alla precedente, ne è consapevole, non sarà sorpreso quando la sua costruzione irrimediabilmente crollerà. 

L'uomo al contrario sembra aver perso la memoria, eppure non dovrebbe, vive circondato da continui “promemoria” ma gli ignora tutti, uno dopo l'altro. La stagioni declinano e trascorrono, la gente passa, gli edifici vengono demoliti e ogni sorgere del sole sussurra un segreto, un segreto inevitabile, che dovrebbe far riflettere: “il tempo porterà via i vostri castelli”. 

Così uno è consapevole ed uno non lo è.

Uno sa che è solo sabbia l'altro non se ne rende più conto.

All'improvviso, un giorno la marea monterà, una marea d'acqua salirà alta, sopra il piccolo uomo e il suo impero, forse gli resteranno alcuni istanti per un ultimo sguardo poi tutto cesserà. Probabilmente cercherà di ostacolare le onde per tenerle lontane dalle mura che ha costruito.  “E' il mio castello” griderà con fare di sfida. Il mare non ha bisogno di rispondere. Entrambi sanno a chi appartiene la sabbia.

“La campagna di un uomo ricco fruttò abbondantemente; egli ragionava così, fra sé: "Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?" E disse: "Questo farò: demolirò i miei granai, ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all'anima mia: 'Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; riposati, mangia, bevi, divertiti'". Ma Dio gli disse:  Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio” Luca 12:16-21.

Avete visto persone che trattano questo mondo come se fosse una casa eterna?

Beh non lo è!

Avete visto gente che profondeva tempo e energia in questa vita come se dovesse durare per sempre?

Non durerà!

Avete visto persone così orgogliose di quello che hanno fatto da sperare di non doverlo lasciare mai?

Lo dovranno fare!

Noi tutti dovremmo farlo, siamo in transito, la marea un giorno arriverà anche per noi.

“Che gioverà a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l'anima sua? O che darà l'uomo in cambio dell'anima sua?” Matteo 16:26.