Così è pure della risurrezione dei morti. Il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile; è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita potente.
1 Corinzi 15:42-43
Immagini della risurrezione
Ecco
un bruco sul ramo. Continua a rosicchiare le foglie su cui cammina. Il suo
corpo color verde pallido, leggermente lucido, coperto di peluria, è piuttosto
ripugnante. Ma aspettiamo un po’! Fra non molto, questo insetto strisciante e
poco attraente subirà una trasformazione. Il bruco si rinchiuderà in un bozzolo
per poi cadere in una specie di letargo, in una condizione apparentemente senza
vita. Ma ben presto la sua prigione si aprirà, e cosa ne uscirà? Di nuovo un bruco?
No, una magnifica farfalla colorata, un insetto che non striscerà più sui rami,
ma volerà leggera alla luce del sole per posarsi sui fiori.
È una bella immagine della
risurrezione. L’apostolo Paolo, parlando della risurrezione scrive: “Quello che
tu semini non è vivificato se prima non muore... Quanto a ciò che tu semini,
non semini il corpo che deve nascere, ma un granello nudo, di frumento, per
esempio... e Dio gli dà un corpo come lo ha stabilito” (1 Corinzi 15:37-38).
Nessun essere umano entrerà in cielo col proprio corpo, perché “carne e sangue
non possono ereditare il regno di Dio” (1 Corinzi 15:50). Quindi i credenti,
per entrare nel cielo, hanno bisogno di un
corpo trasformato, in grado di abitare la casa del Padre, un corpo simile a
quello del Signore Gesù risuscitato. È il cambiamento che avverrà alla
risurrezione: il corpo decomposto, perché “corruttibile”, alla risurrezione
diventa “incorruttibile e immortale”. Prima è “ignobile e debole”, poi diventa
“glorioso e potente”.
La
risurrezione è un’opera di Dio, straordinaria e misteriosa, che la mente umana
non riesce a spiegare, ma che la fede accoglie con gioia e profonda
riconoscenza.