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venerdì 4 giugno 2021

Il ruolo della Legge per il Cristiano


Quello che segue è il testo della risposta data a un credente che mi chiedeva se i Cristiani sono tenuti all’osservanza della legge di Dio data per mezzo di Mosè:

«Vorrei attirare la tua attenzione su un concetto fondamentale: il cristiano non è sotto la Legge e nemmeno i cristiani che provengono dal giudaismo lo sono più.

Paolo ha insegnato questo in modo inequivocabile. Forse tu penserai: certo, la base della mia salvezza non è la Legge, perché la Legge condanna l’uomo, in quanto nessuno è mai riuscito ad adempierla; infatti è scritto che “tutti quelli che si basano sulle opere della legge sono sotto maledizione… maledetto chiunque non si attiene a tutte le cose scritte nel libro della legge per metterle in pratica” (Galati 3:10).

Paolo, Giudeo sotto la Legge, dopo che ha conosciuto Cristo e lo ha accettato come suo Salvatore, può scrivere: “Cristo ci ha riscattato dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi” (Galati 3:13). E’ il Suo sacrificio che opera questa liberazione.

Paolo, dunque, esclude che l’osservanza della Legge sia la base della nostra salvezza (questo è scontato, altrimenti non saremmo più cristiani), ma esclude anche che sia la base della nostra santificazione, cioè della nostra nuova vita in Cristo che dev’essere caratterizzata non solo dall’assenza del male, ma anche dalla presenza del bene, perché il cristiano è sotto la Grazia e non sotto la Legge (vedi Romani 7:4, 6 e Tito 2:12).

A questo proposito, ti invito a rileggere con attenzione la lettera ai Galati. Mai come in questa Lettera Paolo usa un linguaggio tanto deciso (5:12). Cos’era successo ai credenti di quella regione? Era successo che alcuni, che egli definisce “intrusi, falsi fratelli, infiltratisi di nascosto per spiare la libertà che abbiamo in Cristo Gesù” (2:4), avevano insegnato ai Galati, convertitisi dal paganesimo al Cristianesimo, che dovevano farsi circoncidere, e quindi sottoporsi alle imposizioni della Legge di Mosè, dalle quali i credenti in Cristo sono liberati (5:1-4). Di qui l’apostolo Paolo prende lo spunto per insegnare che nel cristiano è lo Spirito Santo, ricevuto da Dio quando ha creduto in Cristo, che lo spinge a comportarsi in modo da piacere a Dio: “Se siete guidati dallo Spirito, non siete sotto la legge… Se viviamo dello Spirito Santo, camminiamo anche guidati dallo Spirito” (5:18, 25). “Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio” (Romani 8:14).

I credenti della Galazia non erano animati da cattive intenzioni, non volevano usare la grazia di Dio per fare quello che piaceva a loro; al contrario, erano impegnati nel volersi perfezionare, cioè santificare praticamente. Ma avevano scelto lo strumento sbagliato: la Legge. Paolo interpreta correttamente le loro intenzioni, e scrive: “Volete ora raggiungere la perfezione con la carne?” (Galati 3:3). 

Chi si misura con la Legge si pone sotto la Legge, si impegna ad osservarla e a sperare di raccogliere benedizioni se sarà totalmente fedele, e maledizioni se fallirà. Ma chi si impegna coi propri mezzi, cioè con la propria “carne”, otterrà un triste risultato: essendosi posto al di fuori della sfera della “grazia”, la grazia non lo potrà aiutare. 

L’uomo che crede in Cristo muore con Lui e si trova, con Lui, nella Sua risurrezione, su un piano completamente diverso nel quale la Legge non ha alcuna autorità, perché la Legge è fatta “non per il giusto, ma per gli iniqui e ribelli…” (vedi 1 Timoteo 1:9-10). 

Ti faccio un esempio pratico per illustrare il concetto: la legge svizzera ha autorità su di me che sono Italiano solo se mi trovo in territorio svizzero. Ma se io vivo in Italia non sono sottoposto alle leggi svizzere. 

A questo punto mi domanderai: Allora, che ne facciamo delle pagine della Bibbia che riportano la Legge? Le ignoriamo completamente? Evidentemente no. La Legge contiene dei principi morali che conservano tutta la loro validità; meditandola, vi scopriamo degli insegnamenti morali e spirituali certamente utili per la vita cristiana. Anche l’insegnamento di Cristo e degli apostoli li ha confermati; anzi, in molti casi è andato ben oltre. Per esempio, il Signore ha insegnato non solo di non uccidere, ma di amare i nostri nemici; non solo di non commettere adulterio, ma che chi guarda con concupiscenza una donna ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore; e così via (vedi Matteo 5:21-48). 

Ma vorrei che fosse ben chiaro il concetto di base: i credenti in Cristo non commetteranno adulterio, non tanto perché la Legge lo vieta, ma perché amano il Signore che si è sacrificato per loro, ha dato loro la vita eterna, e merita di essere onorato nella loro vita. Lo Spirito Santo darà loro la forza per camminare in modo degno di Lui e la grazia di Dio li ammaestra e li aiuta.»


F. Cucchi