Possiamo leggere il Vangelo in due modi: in modo puramente intellettuale, oppure credendo che è un messaggio di Dio, il Creatore. Poiché Egli è amore e luce, per mezzo del Vangelo si rivolge direttamente al cuore e alla coscienza di ogni essere umano. Chi lo legge solo con l’intelligenza, vede in Cristo soltanto un maestro di religione, e può rimanere impressionato dalla Sua dedizione, dalla dignità, la saggezza, la pazienza, la dolcezza, la purezza e l’amore che ha sempre manifestato. Lo vede nascere nell’umiltà e morire torturato ingiustamente. Può essere toccato dalla nobiltà dei Suoi insegnamenti morali e dalla Sua coerenza, ma vede in Lui soltanto un uomo eccezionale, un modello da imitare, forse un “profeta”.
Se è così, di Gesù non si conosce l’essenziale, non si afferra lo scopo per il quale è venuto nel mondo, non si vede in Lui il Salvatore che si è fatto carico dei peccati di tutti coloro che credono e ne ha pagato il prezzo a Dio con le sofferenze della croce.
Il Signore vuole darmi la vita eterna e trasformare la mia vita sulla terra. Se non accetto questo, rimango perduto, con le mie false certezze, le mie critiche pretenziose o il rifiuto di mettermi in discussione.
Caro lettore, se fino ad ora hai letto i Vangeli in modo superficiale, cambia il tuo approccio. Non appoggiarti sulla tua intelligenza, perché finiresti in un vicolo cieco. Accetta un’altra via, quella della fede. Gesù è la porta d’accesso. L’incontro con Lui cambierà ogni cosa nella tua vita. Lascia penetrare in te il messaggio divino, affinché illumini tutto il tuo essere interiore.
Leggere il Vangelo con fede, significa ricevere con semplicità e rispetto ciò che Dio dice e credere.
Chi lo legge così riconoscerà, in Gesù, Dio stesso che viene a vivere come un uomo per condividere umilmente la sua condizione e le sue sofferenze. Rimarrà colpito nel vedere il Figlio di Dio lasciare il cielo per sopportare sulla terra tutte le difficoltà degli esseri umani: fatica, fame, sete, stanchezza, povertà. Ha dovuto sopportare la gelosia, la malvagità degli uomini religiosi e l’incomprensione, rifiutando di utilizzare la propria potenza divina per far valere i propri diritti.
Chiunque legge con fede udrà il Suo grido struggente quand’era in croce: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Matteo 27:46), e capirà che questa domanda, che segna la fine della vita del Signore sulla terra, esige che ognuno di noi risponda. L’apostolo Paolo ha risposto così: “Il Figlio di Dio… mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Galati 2:20). Si, è per me, creatura insignificante, colpevole, separata da Dio che il Suo Figlio ha dovuto morire. È per te che ha dovuto morire.
Con la fede potrai misurare la grandezza di questo dono e comprendere la necessità assoluta di credere in Colui che ti ha amato fino al punto di dare la vita per te, per riconciliarti con Dio.
Leggi l’Evangelo con fede, e sarà per te l’inizio di una nuova vita!