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domenica 20 giugno 2021

Barabba (oggi)

La sua storia è citata nella Bibbia con poche parole ma che potremmo tentare di attualizzare per nostri tempi.

Anche i libri storici non riportano molto su di lui. Nulla si sa della sua fanciullezza e della sua gioventù. C’è da supporre che, relativamente presto, conobbe gruppi estremisti che segnarono poi la sua esistenza.

In seguito si associò a un gruppo di nazionalisti, che congiurava per estromettere dal paese il potere attualmente al governo.

Provava un odio sfrenato sia verso questi stranieri, che nei confronti dei politici e capi religiosi che venivano a patti con loro. Senza esitare, per finanziare la sua resistenza armata, organizzava furti e rapine e, al momento opportuno, sapeva molto bene come trovare il modo di incitare alla rivolta i più facinorosi, anche se, queste azioni finivano spesso in un bagno di sangue, a causa dei militari a soldo del tiranno al potere.

Così, il suo nome divenne famoso in Israele; temuto da alcuni e, segretamente ammirato da altri. Sapendo che la sua vita era appesa a un filo, si rendeva conto che, alla fine, sarebbe stato arrestato e giustiziato perciò, non attribuiva molto valore alla propria vita, né a quella del suo prossimo. Non esitava poi a brandire le armi per uccidere, quando lo credeva opportuno. Aveva lasciato dietro di sé una scia di violenza e di odio.

Se fu per tradimento o perché fu sorpreso durante un’azione, non si sa, però per lui arrivò il giorno «X», in cui lo acciuffarono. E così, poco tempo dopo, lo scaraventarono nella cella buia e maleodorante di un carcere. Poco dopo, lo processarono. Non c’era molto da negare, la sua situazione di colpevolezza era chiara; in quel periodo non esisteva proprio la possibilità di ottenere vantaggi o sconti di pena denunciando qualche complice.

La sua condanna a morte quindi era sicura; i militari non andavano troppo per il sottile con i terroristi.  “Vi era allora in prigione un tale, chiamato Barabba, insieme ad alcuni ribelli, i quali avevano commesso un omicidio durante una rivolta” Marco 15:7. 

Sicuramente, le pessime condizioni della prigione, lo infastidivano, mentre le ore trascorrevano via e il giorno dell’esecuzione si andava ormai avvicinando inevitabilmente.

Era troppo tardi per pentirsi? Era tutto perduto ormai?

Infine, arrivò l’ultima terribile notte. Probabilmente inveì ancora una volta contro il carceriere, che gli chiedeva sarcasticamente cosa preferisse mangiare per il suo ultimo pasto. La sua sorte era segnata, la sua vita ormai conclusa, “ma era proprio finito tutto?”. 

All’improvviso, il silenzio mattutino fu interrotto dal suono di voci che si udivano gridare in lontananza. Sentì distintamente la folla gridare il suo nome. Lo volevano libero!

Ma perché? Cosa stava succedendo?

E poi le parole: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!» ma non rivolte verso di lui.

Il tumulto aumentò, c’era tensione nell’aria.

Nel carcere, cominciò a esserci gran movimento. Improvvisamente si spalancò la porta e gli comunicarono l’incredibile notizia: «Crocifiggeranno un altro al tuo posto. Sei un uomo libero!».

Non poteva essere vero? 

Poi gli tolsero le catene e gli restituirono i suoi abiti.  E quando giunse il direttore della prigione per accomiatarlo personalmente e per consegnargli i documenti che attestavano il suo rilascio, egli seppe che era avvenuto un miracolo. Era davvero libero!

«Crocifiggeranno un altro al posto tuo!», queste parole riecheggiavano nella sua mente gli rimbombavano dentro continuamente. Come stordito dalla sua sorte incomprensibile e, ancora un po’ frastornato dagli eventi, quasi senza rendersene conto, si ritrovò in mezzo alla folla tumultuosa che affollava le strade della città.

Nei suoi documenti di rilascio c’era scritto: «Pena condonata.» Era libero, però chi era mai l’altro che adesso stavano legando al suo posto? Chi è, in realtà, costui?

La collina del Teschio rappresentava l’incubo di tutti i detenuti. Lì si eseguivano le condanne a morte. Ogni volta che questo succedeva, mezza città accorreva per assistere allo spettacolo.

Io, nella sua situazione, sarei andato a vedere chi fosse mai colui che aveva preso il mio posto.

Avrei raggiunto il luogo dell’esecuzione per vedere il volto di Gesù di Nazaret. Colui che stava morendo al posto mio!

E chissà cosa sarebbe successo se avessi udito uno dei due condannati affermare: “Per noi è giusto, perché riceviamo la pena che ci meritiamo per le nostre azioni; ma questi non ha fatto nulla di male” Luca 23:41.

Che cosa?  Stavano crocifiggendo un'innocente al posto mio? Ma come era possibile?

Non sappiamo cosa accadde a Barabba, ma sappiamo ciò che accade ad ogni uomo che comprendendo il proprio stato di peccato e quale condanna pendeva sul suo capo, ha visto il Signore Gesù farsi avanti per prendere il suo posto.  E' diventato cristiano.