La nostra fede è basata sulla rivelazione che Dio ha dato di sé nella persona del suo Figlio Gesù.
Giovanni 1:1 dice che “la Parola era Dio”. Giovanni 1:14 afferma che “la Parola è diventata carne”.
Gesù è la manifestazione “in carne”, cioè con un corpo umano, di Dio. Rivolto a Timoteo, parlando di lui, Paolo scrive “Senza dubbio, grande è il mistero della pietà: Colui che è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato fra le nazioni, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria” (1Timoteo 3:16). Nel suo Vangelo, Giovanni ci dice: “Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere”. (Giovanni 1:18).
Troviamo un’evidenza della natura divina di Gesù nel racconto della tempesta, ne quale sgrida il vento ed ordina il mare di calmarsi, e questo avviene. I discepoli si chiesero: “Chi è dunque costui, al quale persino il vento e il mare ubbidiscono?” (Marco 4:35-41). Chi se non il loro creatore, può dare ordini agli elementi naturali?
Anche tutti i suoi miracoli ci parlano della natura divina di Gesù. Tra tutti, ne scegliamo un paio. Il primo, quando ha dato la vita ad un cieco nato, il quale dichiarerà: “Da che mondo è mondo non si è mai udito che uno abbia aperto gli occhi a uno nato cieco. Se quest'uomo non fosse da Dio, non potrebbe far nulla” (Giovanni 9:33). Il secondo, ancora più importante, quando il Signore ha riportato in vita il suo amico Lazzaro. Marta, la sorella del morto, gli disse: “Signore, egli puzza già, perché siamo al quarto giorno”. Ma il Signore gridò: “Lazzaro, vieni Lazzaro, vieni fuori!” Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti da fasce, e il viso coperto da un sudario (Giovanni 11:1-46). Chi, se non Dio stesso, può dare la vita?
In Giovanni 10:30 disse: “Io e il Padre siamo uno”. I Giudei di fronte a questa affermazione cercarono di arrestarlo avendo compresero che l’affermazione di Gesù era una rivendicazione della Sua divinità. In seguito dirà: “Io e il Padre siamo uno” (Giovanni 10:30). Perché i Giudei avrebbero voluto lapidare Gesù se Egli non avesse detto qualcosa che essi credevano blasfemo, ossia che pretendeva di essere Dio? “Per questo i Giudei più che mai cercavano d'ucciderlo; perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.” ( Giovanni 5:18).
Affermò di essere eterno: “Gesù disse loro: in verità in verità vi dico prima che Abramo fosse nato io sono” Giov.8:58. Non solo dichiarò di essere sempre esistito ma attribuì a se stesso lo stesso nome di Dio “Io sono”. In molte occasione Egli esercitò funzioni esclusive di Dio perdonando i peccati e affermando che avrebbe giudicato il mondo. Sarà Lui a risuscitare d'infra i morti (Giovanni 5:28-29) e tutte le nazioni si raduneranno davanti a Lui; Egli siederà sul trono della sua gloria ed ogni giudizio spetterà a Lui. (Giovanni 5:22). Separerà gli uni dagli altri e alcuni di loro udranno quelle parole spaventose: “Andate via da me, maledetti nel fuoco eterno” (Matteo 25:31-46). Non solo Lui sarà il giudice ma il criterio di giudizio sarà determinato dall'atteggiamento che gli uomini avranno assunto dinanzi alle sue parole.
Se Gesù è la manifestazione di Dio tra gli uomini, allora deve avere tutte le caratteristiche divine.
Pur essendo in forma d’uomo, Gesù è santo, era senza peccato: “Egli non commise peccato e nella sua bocca non si è trovato inganno.” (1Pietro 2:22). La lettera agli Ebrei ci ricorda che “egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato.” (Ebrei 4:15).
Aveva l’autorità di perdonare i peccati: “Figliolo, i tuoi peccati ti sono perdonati” ( Marco 2:5), disse al paralitico che gli amici avevano condotto con fede e fatica davanti a lui. Della donna peccatrice, che gli aveva lavato i piedi con le sue lacrime e glieli aveva cosparsi di profumo disse: “I suoi molti peccati le sono perdonati, perché ha molto amato” (Luca 7:36-50).
Amava – ed ama – i peccatori e desidera la loro salvezza. Ecco l’immagine che lui stesso dà di questo amore nella parabola della pecora smarrita: “Vi dico che così ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento.” (Luca 15:7)
“Gesù, sapendo che era venuta per lui l'ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.” (Giovanni 13:1). Sì. Gesù ci ha amato al punto da dare la sua vita per noi e Dio “mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.” (Romani 5:8).
Il motivo più importante per cui Gesù doveva essere Dio è che, se non lo fosse stato, la Sua morte non sarebbe stata sufficiente a scontare il castigo per i peccati del mondo intero. Soltanto colui che era al tempo stesso Dio e uomo avrebbe potuto scontare un castigo talmente infinito. Soltanto lui avrebbe potuto prendere i peccati del mondo: “Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui.” (2 Corinzi 5:21). Solo lui poteva morire ed essere risuscitato: “… la mia vita … nessuno me la toglie, ma io la depongo da me. Ho il potere di deporla e ho il potere di riprenderla” (Giovanni 10:18), dimostrando così la Sua vittoria sul peccato e sulla morte.
Ecco dunque chi è la persona tramite la quale Dio si è rivelato e per mezzo della quale noi abbiamo avuto accesso a lui.
“Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è maggiore; e la testimonianza di Dio è quella che egli ha reso al Figlio suo. Chi crede nel Figlio di Dio ha questa testimonianza in sé; chi non crede a Dio, lo fa bugiardo, perché non crede alla testimonianza che Dio ha resa al proprio Figlio. E la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel Figlio suo. Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita. Vi ho scritto queste cose perché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio.” (1Giovanni 5:9-13).