La vita è un mistero grande e appassionante. Tra il concepimento e la nascita, avvengono dei cambiamenti incredibili. L'ovulo fecondato si divide in miliardi di cellule, ma il bimbo che nascerà non sarà soltanto un insieme di miliardi di cellule, ma un essere che possiede la vita in sé, un essere unico al mondo. Altre persone possono avere lo stesso nome, la stessa somiglianza fisica, lo stesso carattere, ma la vita di ogni bambino che nasce è assolutamente unica. Anche i gemelli monozigoti, pur essendo così straordinariamente simili, sono esseri distinti, ognuno con la propria individualità.
Così scriveva il re Davide parlando di Dio: "Sei tu che hai formato le mie reni, che mi hai intessuto nel seno di mia madre. Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo. Meravigliose sono le tue opere, e l'anima mia lo sa molto bene" (Salmo 139:13-14).
Il neonato non è solo un essere vivente, un cucciolo di mammifero, ma è una persona che, crescendo, acquista la capacità di ragionare, di inventare, di organizzare; acquista il senso di responsabilità, la possibilità di esercitare un controllo sulle proprie emozioni e i propri affetti. E’ un essere che possiede una coscienza, quell’innata capacità di distinguere il bene dal male, una sorta di “voce interiore” che lo rimprovera se fa il male e lo approva se fa il bene.
L’essere umano è costituito da “corpo, anima e spirito” (1 Tessalonicesi 5:23). Il corpo ha la sua importanza, ma più importante ancora è la sua anima e, soprattutto, il suo spirito, col quale può entrare in relazione con Dio e stabilire con Lui un legame vivente.
L’essere umano ha un grande valore per Dio. E’ stato creato a “Sua immagine” (Genesi 1:27) e anche se poi caduto nel peccato e si è allontanato dal Creatore, Dio lo ama ancora e nonostante tutto. “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato in suo unico Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca ma abbia vita eterna” (Giovanni).
Perire, avere la vita eterna, Dio che ha dato il Figlio, sono concetti che possono sembrare strani e inverosimili, eppure sono una straordinaria rivelazione. Ogni uomo, essendo peccatore è colpevole nei confronti di Dio e dovrà essere condannato; Dio lo dovrà giudicare e allontanare da Sé per sempre. La “perdita” della propria anima à una tragedia che non avrà mai fine. Il Signore diceva: "Che gioverà a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l'anima sua?" (Matteo 16:26).
Ecco, allora, l’intervento di Dio. Il Suo Figlio Gesù Cristo si è caricato dei nostri peccati e ha pagato Lui per noi, ha subito Lui la nostra condanna. “Gesù Cristo ha portato i nostri peccati sul suo corpo, sul legno della croce” (1 Pietro 2:24)! Ma per usufruire di quest’opera di grazia e beneficiare del perdono di Dio bisogna credere, soltanto credere. Credere che siamo peccatori, che Dio ci ama, che Gesù Cristo è stato punito al nostro posto, che ora abbiamo la vita eterna grazie a Lui e al suo sacrificio.
Dio non chiede altro. Vi sembra troppo? Vi sembra troppo poco? Qualunque sia la vostra valutazione, la verità è questa: “Chiunque crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di Lui” (Giovanni 3:36).